domenica 30 dicembre 2007

Canto di Natale

Questi giorni, per me, sono un po’ così…
Equilibri, che già normalmente sono instabili, rischiano di diventarlo ancora di più.
Sembra che “le cose” accadano quando più tu hai bisogno di pace e tranquillità, perché stai rimettendo in sesto te stessa, ed invece non hai tempo per farlo, devi agire.
E se ti muovi nelle sabbie mobili, più fai, e più rischi di cadere giù.
Per questo motivo avevo bisogno di un po’ di calore, di qualcuno che si prendesse cura di me e mi coccolasse un po’.
Così, per caso, sono giunta nel luogo dove il mio spirito ha trovato per qualche ora il suo conforto.
Ad accogliermi c’erano luci soffuse, un enorme albero di natale, una poltrona confortevole, un plaid per accoccolarmici dentro, cioccolata calda e dolcetti, per riscaldare i miei sensi, ed una persona, seduta con me, a raccontarmi una storia…

Canto di Natale di Dickens


Dal 14 dicembre 2007 al 6 gennaio 2008
Napoli, Il Pozzo e il Pendolo Teatro

Da venerdì 14 dicembre 2007 alle ore 21.00 (repliche fino al 6 gennaio 2008), presso Il Pozzo e il Pendolo sarà in scena Canto di Natale, l’emozionante testo di Charles Dickens, prodotto e messo in scena dalla struttura stessa di Piazza San Domenico Maggiore a Napoli. L’allestimento si avvale dell’interpretazione di Paolo Cresta (voce narrante) e Carlo Lomanto (voce & electronics), nell’ideazione e la regia di Annamaria Russo e Ciro Sabatino.


Un racconto, due voci. Una fatta di parole, l’altra di suoni. Ed intorno, le luci, le immagini, gli odori, i sapori di un Natale che, nella memoria o nell’immaginazione, ognuno conserva. Ancora una volta le parole sono prese in prestito da un libro, per condividerne le emozioni, seguendo la traccia segnata, in un dicembre di molti anni fa, dallo stesso autore.

Intorno al 1840, infatti, Dickens si trovava a vivere un periodo di grandi ristrettezze economiche. Per far fronte all’emergenza decise di scrivere una storia che potesse essere raccontata, da lui stesso, nei salotti più in vista della nobiltà londinese.

La sua iniziativa riscosse tanto successo che, in pochi mesi, le sue finanze si ristabilirono.

Quando fu di nuovo un gentiluomo benestante, l’eco del suo racconto giunse fino alle stanze di Buckingham Palace.

La regina Vittoria decise di invitare il singolare “cantastorie” a corte, per poter godere, con pochi intimi, le suggestioni di quell’esperienza che in tanti magnificavano.

Dickens, però, declinò l’invito. “Se sua Maestà avesse voluto sentire la mia storia, avrebbe dovuto chiedermelo quando il destino si accaniva contro di me, quando la sua regale liberalità avrebbe potuto restituirmi quella dignità che sentivo fuggire inesorabilmente da me. Ora che il fato mi sorride, la mia storia la racconto solo per diletto”.

“L’idea è quella di restituire - spiegano i due registi - l’incredibile potere affabulatorio che le pagine di Dickens custodiscono, attraverso un lavoro nel quale la voce del narratore e quella del vocalist s’intrecciano, si accavallano, si separano. Un frammento di storia letteraria che ci piace leggere come un invito, da parte dell’autore, a dare ancora voce alla sua storia, scritta per essere raccontata”.

Il Pozzo e il Pendolo, per l’occasione, trasformerà i propri spazi, divenendo un salotto d’altri tempi, dove non mancherà proprio nulla: dalla poltrona da ‘sprofondo’ al plaid, per rendere più familiare la serata, fino alle piccole leccornie che rendono dolci le serate natalizie. Insieme intorno ad un ideale focolare, per un omaggio a chi ha saputo raccontare il Natale che tutti noi vorremmo.

Un coinvolgente ed emozionante “incontro”, per raccontare una notte di Natale che, a distanza di oltre un secolo, conserva l’inossidabile attualità di suggestioni preziose.

- Canto di Natale, di Annamaria Russo e Ciro Sabatino -

- Napoli, Il Pozzo e il Pendolo Teatro –


Tutta l’ambientazione era soft e confortevole, le pause teatrali, scandite da bevande calde e dolci natalizi.

Paolo Cresta, bravissimo come voce narrante, accompagnato da Carlo Lomanto nelle musiche e suoni “a cappella”.
Uno spettacolo da non perdere, se volete tornare bambini, se volete che qualcuno vi circondi con un caldo abbraccio, portandovi in un mondo magico, troppo spesso dimenticato.

venerdì 28 dicembre 2007

Un ultimo saluto a Giulia

Per me lo scrivere è terapeutico, i pensieri prendono forma, e restano sul foglio bianco. Si allontanano da me, e mi lasciano respirare. Ed allora io scrivo. Scrivo perché oggi è stata una di quelle giornate che vorresti ricominciare d’accapo, in maniera diversa. Vorresti, che come quel film, I giorni della marmotta (o un titolo simile), tutto ricominciasse d’accapo. Vai a dormire, e quando suona la sveglia il giorno dopo è lo stesso giorno, ma le cose che ti accadono benché uguali, sono diverse, perché tu l’affronti in maniera diversa. Così, se si ripetesse questa giornata, mia nonna non sarebbe stata portata al pronto soccorso con l’autoambulanza, per una caduta in casa, perdendo con il dolore e la paura, la dignità che ogni essere umano ha diritto di mantenere, sempre. E non starei in attesa di una telefonata che mi faccia sapere come sta, se può tornare a casa, se la tengono ricoverata, se si è fatta quello che tutti temiamo. Così, magari, non avrei singhiozzato a telefono, con la mia più cara amica, che ha perso l’altro ieri la sua Giulia, la nostra Giulia, una cagna di dieci anni. La morte del proprio cane è un dolore immenso, ed al primo che lo sottovaluta, giuro che lo prendo a calci nel sedere.
Ci si prende cura di loro, come fossero eterni bambini.
Dipendono da te per tutto, e ti ricambiano con immenso amore, senza chiederti nulla in cambio. Se stai male, loro ti guardano, ed il loro scodinzolio vuol dire “Sorridi, ‘a nuttata passerà!” . E quando quello scodinzolio non c’è più, è un pezzo di te che se ne va. Ma poiché il tempo non si ferma, né torna indietro, questa giornata c’è stata, ed ancora non è finita, perché attendo una telefonata, che almeno spero porti notizie non troppo cattive. Per Giulia, una canzone degli Ashram:


She was my silence
She was my love
She was my friend but now she’ gone

She knew the secret
She’s in my soul
She love my essence… she was my dog
My sweet dog



Ciao, Giulia....

mercoledì 26 dicembre 2007

La Cantata dei Pastori - Peppe Barra -

La sera di Natale, che si fa dopo essersi abbuffati per due giorni, ed avendo ancora un giorno di festa ancora da superare?
Si va a casa di amici per giocare a tombola e sette e mezzo? Ma io, i giochi da tavola, li sopporto solo se sono particolarmente brilla, e poiché il mio fegato già chiedeva pietà per i bagordi trascorsi, meglio evitare la classica tombolata.
Allora si va a cinema?
Ma dopo che sei stata a contatto con i tuoi parenti, che sono un numero indecifrabile di persone, avresti voglia di stare tranquilla, e non di buttarti nella folla urlante che va a guardare l’ultima scemenza di Natale al cinema.
Ed allora che fare?!
Semplice:
Andare a teatro a vedere La Cantata dei Pastori, di Peppe Barra con musiche del mio amore, Lino Cannavacciuolo!










19/12/2007 - 06/01/2008

Peppe Barra in
LA CANTATA DEI PASTORI
di Peppe Barra e Paolo Memoli regia Peppe Barra

Note: Con la partecipazione straordinaria di Umberto Bellissimo. Musiche originali di Lino Cannavacciuolo
Genere:
Cast: Patrizio Trampetti, Maria Letizia Gorga, Giacinto Palmarini,

Trama:
Il Natale è tradizione, e niente è più tradizionale de “LA CANTATA DEI PASTORI” . Non è possibile dire quante versioni diverse abbia avuto questa opera sacra teatrale in versi, venuta alla luce verso la fine del ‘600, secolo del barocco. Il suo autore, Andrea Perrucci (1651-1706) la pubblicò, nel 1698, sotto lo pseudonimo di Ruggiero Casimiro Ugone e con il titolo “Il Vero Lume tra l’Ombre”. L’opera narra le vicissitudini di Maria e Giuseppe nel loro viaggio verso Betlemme, le insidie dei Diavoli che vogliono impedire la nascita del Messia, la loro sconfitta ad opera degli Angeli e l’adorazione di personaggi presepiali quali pastori, cacciatori e pescatori. Vi figura, inoltre, il personaggio comico di Razzullo, uno scrivano affetto da fame atavica e incapace di svolgere un lavoro stabile. Verso la fine del ‘700 venne introdotto, a furor di popolo, un altro personaggio comico, Sarchiapone, barbiere matto, in fuga per aver commesso due omicidi. Peppe Barra è come sempre uno strepitoso Razzullo, e la partecipazione straordinaria di Umberto Bellissimo nel ruolo di Sarchiapone dà luogo ad una coppia affiatata e comicissima, mentre il surreale Patrizio Trampetti è un diavolo-cuoco indimenticabile. Lo spettacolo, con la regia di Peppe Barra, è accompagnato da musiche di Lino Cannavacciuolo con una orchestra di nove elementi. La prima edizione con Peppe Barra vide nelle vesti di Sarchiapone l’indimenticabile Concetta, che nel finale, in un ricchissimo costume, eseguiva Quanno nascette Ninno trascinando gli spettatori a un diluvio di applausi.




Uno spettacolo STUPENDO!
Scenografie bellissime, musiche meravigliose (e che ve lo dico a fare… Cannavacciuolo resta sempre un maestro anche quando non suona lui!), cantanti bravissimi, diavoli circensi che sputano fuoco, danzano, camminano sui trampoli, risate esilaranti ad ogni scena del duo Razzullo (Peppe Barra) e Sarchiapone (
Umberto Bellissimo)!
Insomma, lo consiglio ad un pubblico sia di grandi che di bambini!
Come sempre, Peppe Barra resta una garanzia di qualità!!!

martedì 25 dicembre 2007

La Calata dei Barbari (Vigilia a casa Super Fox)

Ogni famiglia ha le sue usanze natalizie, c’è chi si riunisce in pochi e fa una cena leggera, chi dà importanza al pranzo natalizio, piuttosto che alla vigilia, c’è chi invece, ed è questo il caso della mia famiglia, si riunisce con tutti i parenti stretti per fare la classica abbuffata la sera della vigilia, con scambio dei regali a mezza notte.
Anche per questa vigilia, a casa mia c’è stata “La calata dei Barbari”.
La mia famiglia è numerosa, siamo quattro figli, tre sorelle ed un fratello.
Aggiungiamoci poi i quattro nipoti ( figli delle mie sorelle).
Aggiungiamoci la nuova compagna di mio fratello, che quest’anno ha avuto il battesimo del cenone, poveraccia.
Aggiungiamoci il fratello di mia madre con la moglie ed il figlio.
Aggiungiamoci la nonna novantenne.
Ed aggiungiamoci anche il cane Pigro, ed il cane di mio fratello, un nanetto rompiballe che abbaia alla tv ed a tutto ciò che gli sembra strano.
In pratica, a tavola, escluso quadrupedi, eravamo in 17!
L’usanza vuole che si faccia il cenone a base di pesce, e noi non ci facciamo mancare nulla. Dai classici spaghetti alle vongole, alla frittura, per finire con gli struffoli, ed il panettone.
Come ogni santissima vigilia, anche quest’anno, le cose sono andate così:
La prima ad arrivare a casa è mia nonna, che essendo anziana, giunge la mattina per non prendere il freddo della sera, e si trattiene poi da me sino al 26, quando poi ritorna a casa sua.
La sua frase di rito, appena mette piede in casa è: “Un altro natale, speramm’ che l’anno prossimo nun ce stong’!” che secondo me, è anche scaramantica come frase, perché me la ricordo da quand’ero bambina, e viva a dio ogni natale c’è sempre.
Si pranza la pizza, perché bisogna stare leggeri per l’abbuffata della sera, e poi la pizza ci piace assaje alla nonna, e quindi ogni santissima vigilia a pranzo c’è pizza ( che se poi vogliamo, tanto leggero come pranzo non è, ma mai contraddire la nonna novantenne!)
Nel primo pomeriggio, mentre mia madre è ai fornelli dalla mattina, si inizia a montare la tavolata.
Quest’anno non sono riuscita a svignarmela, e mi hanno incastrato per fare il trasloco di due tavole e 17 sedie!
Nel primo pomeriggio arriva mio zio, che porta i pacchetti dei suoi regali, ed io già tremo solo a guardare quelle carte colorate piene di fiocchetti e lustrini.
Mio zio è noto per il suo gusto, chitc.
Adora andare per mercatini, adora le cose estrose, insomma un anno fu capace di regalarmi una borsetta dorata… una roba inguardabile!
In prima serata giungono tutti quanti.
E la casa inizia a popolarsi di urla, di baci, di abbracci, di saluti, di minacce del tipo “Quest’anno ti ho preso un regalo…..” “ …e vedessi quello che t’ho preso io!”
Mio zio porta da casa sua, quello che io definisco “il pranzo alla Totò”: ricordate quel film in cui Totò invita De Filippo a pranzo e gli dice di portare qualcosa, e lui si presenta con un pacchetto di spaghetti ed una mela? Ecco, mio zio fa così, ogni anno porta un barattolo con un sughetto fatto con le vongole, che basta appena per lui, sua moglie e mio cugino, e quest’anno ha anche aggiunto un polipo all’insalata.
E se gli si dice di non portare nulla, s’offende, anche questa è un’usanza della vigilia in casa Super Fox.
Quest’anno a tavola, dunque, eravamo in 17.
Ovviamente non mi sono lasciata scappare l’occasione per fare battute sul numero dei posti a tavola, poiché mio cugino, s’era seduto, largo e comodo a capotavola, mentre io ero gomito a gomito tra altre due persone, impossibilitata anche a respirare, per il posto angusto, ho iniziato a dire:
“Ah, ma siamo in 17 a tavola…mmm… ma lo sapete cosa si dice di quello che succede a chi si siede a capotavola in una tavolata di 17 persone…..?”
E mentre mio cugino iniziava a fare scongiuri, mi sono resa conto che all’altro capo della tavola era seduta la nonna novantenne!
Iniziano arrivare le portate, ed a causa della lunga tavolata, i piatti passavano di mano in mano.
Passa il primo piatto, passa il secondo, passa anche i terzo piatto di spaghetti alle vongole, il quarto piatto invece finisce dritto dritto addosso a mia nipote!
La povera ragazzina s’era vestita tutta bella per il cenone, e la sorellina dandogli una involontaria (?) gomitata, al passaggio del quarto piatto, glielo fa scivolare tutto sul vestito nuovo!
Sembrava il film di Fantozzi, quando vanno a festeggiare il capodanno fuori, ed il cameriere versa tutte le portate addosso a lui!
Ovviamente, iniziano a fioccare le battute sul numero dei posti a tavola.
“Ecco, che vi avevo detto… e siamo solo al primo, figuriamoci che succede a fine cena a quelli seduti a capotavola!” dico io, guardando sempre mio cugino.
Non è vero ma ci credo, ad un certo punto, salta anche la corrente!
Questa volta taccio, mi limito solo a guardare angelicamente mio cugino, una volta ritornata la luce, mentre lui, di rimando, silenziosamente fa gli scongiuri sotto il tavolo.
Continuano battute, perché essendo la tavolata molto lunga, pure se volevi avere un’altra bottiglia di vino dovevi gridare dall’altro capo della stanza.
Allora con mio fratello, abbiamo iniziato a dire “Ma chiamalo con il cellulare!”, rivolti verso mio cognato che ci doveva passare il vino.
Oppure altre battute del tipo “ Ehi voi, laggiù, state bene???”, e così via.
Ma il vero spasso è stato l’apertura dei regali.
Ogni anno si decide che si aprono i regali per Tizio, e tutti a dare i regali a Tizio.
Ed ora è il turno di Caio, e tutti a dare i regali a Caio.
Poi nel casino totale, se uno s’è distratto è la fine!
Capita che iniziano le domande tipo: “ma a Pinco abbiamo già dato i regali??? Ehi…Pinco l’abbiamo già chiamato???”, manco stessimo giocando a tombola e chiedessimo se quel numero è già uscito!
E’ arrivato anche il mio turno per ricevere i regali.
Ed è arrivato anche il turno di mio zio di darmi i suoi.
Il terrore correva nei miei occhi, sarei riuscita ad abbozzare un sorriso fintamente sincero, ed un grazie di cuore, che non risultasse esplicitamente falso, all’apertura del temuto regalo di mio zio?!
Cosa mi aspettava quest’anno?
Per tutta la serata aveva continuato a ripetermi “Il tuo è il regalo più bello!”
E conoscendo i suoi gusti, diametralmente opposti ai miei, avevo il terrore di quel “più bello!”
“Diamo i regali ad Eliseeeeeeee” urla eccitato mio zio.
- ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, fai che non sia nulla di particolarmente osceno! E se lo è, dammi la forza di fingere! – penso io mentre ricevo il suo pachetto.
“Ah una busta di Camomilla, chissà che c’è dentro” dico io tra i denti, abbozzando un sorriso che sembrava più che altro, una paresi facciale.
Apro sta busta, e dal cuore mi esce… “Nooooooo, ma tu sei matto! Ma non li metterò MAIIII” ed incomincio a ridere come una matta.
Ormai, tra me e mio zio, è una prova di resistenza!
All’inizio si offendeva, quando mi chiedeva che fine avevano fatto i suoi regali, ed io dicevo che li avevo indossati il giorno prima, mentendo spudoratamente, ora non più, o almeno spero, perché alla mia affermazione, uscita dal cuore, anche lui s’è messo a ridere.
Comunque tiro fuori dalla busta il suo regalo, affinché tutti potessero osservare il regalo osceno del Natale 2007: Un paio di guanti lunghi… LEOPARDATI!!!
Ma come si fa a regalare, proprio a me, un paio di guanti del genere, che se uno, un minimo mi conosce, e sa come mi vesto, sa anche che quei guanti non li avrei indossati nemmeno per una festa di carnevale!
Fioccano, ovviamente battute del tipo “Ma daiii, li abbini ad un completino intimo leopardato per una notte di sesso!!!” ed io di risposta “Si, per una notte sadomaso!” tutto questo sempre alla presenza della nonna novantenne e di minorenni.
Mio cugino invece mi ha regalato due saponi profumati, un chiaro messaggio subliminale: “Lavati…”
E poiché anche io ne ho regalato uno a lui, anche il mio era un chiaro messaggio subliminale: “…Anche tu.”
Ovviamente, in tutta questa caciara di scambi, di carte strappate e di commenti sui regali più ridicoli, anche i cani avevano il loro ruolo.
Il cane di mio fratello, abbaiava contro ogni giochino elettronico ricevuto dai miei nipoti, per raggiungere l’apoteosi dell’isterismo, quando mia nipote ha ricevuto un cane pupazzo delle dimensioni di un cane reale… là è successo davvero il panico!
Il cane di mio fratello che gli abbaiava contro, e mia nipote con sto pupazzo più grande di lei, che scappava per non farglielo mordere!
Se vi state domandando su cosa facesse il cane PIGRO, nel frattempo, beh ovviamente, lui era sotto al tavolo a cercare briciole di avanzi!
Insomma, tra risate e calata dei Barbari è passata anche questa vigilia.
Meno uno.
Ne restano ancora due di giorni, in cui non saremo 17, ma non meno di 10 persone…
C’a pozz’ fa… spero!
Comunque, benchè ogni anno, vorrei che il cenone della vigilia non arrivasse mai,quando un giorno tutto questo mi verrà a mancare, so che serate come questa mi mancheranno... ed anche tanto.

lunedì 24 dicembre 2007

Buon Natale Napoli

A riprova che certe volte gli estremi coincidono, vi mostro un video fatto dal fratello di una mia amica, che ha idee diametralmente opposte alle mie, ma sulla nostra città la vediamo in maniera identica.

Buon Natale Napoli


Quarzo Rosa

Ogni tanto prendo la fissa per qualche cosa, adesso è il turno dei Cristalli Terapeutici.
Così mi sono regalata un porta candela fatto con il Quarzo Rosa, un simbolo positivo per terminare questo anno e ricaricare l'energia per il nuovo, che sta per venire.

Quarzo Rosa


Chakra: 4° - Anahata
Segni zodiacali: Toro, Bilancia, Cancro (ma anche gli altri)
Elemento: acqua
Pianeta: venere

Il Cristallo Rosa simboleggia l'amore. La tradizione popolare gli attribuisce il potere di attrarre l'amore verso chi lo porta. In realtà il suo significato è molto più profondo: esso è un archetipo dell'amore assoluto ed emana l'amore dell'Universo su di noi e su tutte le cose.

Nei templi dedicati a Venere, questo cristallo era il segnale dell'alleanza tra Cielo e terra.

Questa Pietra Sacra possiede la capacità di annullare l'ego, ma non attraverso dure prove, bensì attraverso l'amore. In questo senso è opposta all'Ossidiana, poiché la sua energia amorevole è incapace di danneggiarci.

Ci abbraccia gentilmente e ci conduce verso il cammino dell'auto-sviluppo verso la porta dell'Eden.

E' una pietra trasparente e fortemente spiritualizzata. Corrisponde al grado più elevato della spiritualità, a quello del Maestro illuminato che è in grado di amare tutte le forme di vita (incluse quelle negative).

Aiutandoci dolcemente ad annullare l'ego e riempendoci di accettazione, il quarzo rosa cicatrizza le nostre ferite, per questo è anche chiamata "Pietra del sollievo".

In India viene chiamata Pietra "Brucia Karma" o "Pietra del Perdono" perché attraverso l'amore, ci dona la difficile capacità di perdonare, senza lasciare alcuna amarezza. E perdonando sinceramente superiamo varie tappe di purificazione con le sue dure lezioni di apprendimento, rendendo inutile la "ruota del Karma". In altre parole non abbiamo più bisogno di pagare i nostri debiti con sofferenza poiché abbiamo sanato il Karma col perdono.

Agendo in armonia con le vibrazioni più pure dell'Universo, questa pietra sacra rende la nostra anima più leggera, pacifica e amorevole, facendo sparire il rancore, l'ira. L'odio e il nervosismo. Annulla l'aggressività, rilassa il sistema nervoso, regola il ritmo cardiaco, abbassa la pressione alta.

In una famiglia con problemi il Cristallo Rosa rafforza i legami d'amore. Nel matrimonio favorisce un'unione durevole e piena di affetto e comprensione. Ai nemici offre il dono del perdono, agli amici la fedeltà. Tra i colleghi di lavoro genera solidarietà. Offre pace a chi soffre, comprensione ai trattati ingiustamente.

È la pietra dei poeti e degli artisti, questo cristallo sviluppa il senso dell'estetica. La nostra percezione di bellezza si esalta e siamo sommersi dall'armonia. IL Cristallo Rosa stimola la nostra sensibilità verso il bello, e non solo nelle arti, ma anche nella nostra vita, verso la natura e i nostri simili.

Questo cristallo sviluppa inoltre la nostra capacità di meditazione. Armonizzando il nostro ritmo cerebrale e eliminando i pensieri egoisti lascia spazio al pensiero puro.

Essendo la pietra del 4° Chakra, che corrisponde al piano emozionale, agisce eliminando le nostre inibizioni, libera la spontaneità e crea in noi la necessità di essere buoni, di dare, di aiutare, di servire gli altri.

Atraverso l'apertura del cuore, questo cristallo ci apre all'amore universale e ci trasforma in poli magnetizzatori di amore.

Cominciamo a sentirci molto più vicini agli altri, e, percependo l'amore che emaniamo, gli altri ce lo restituiscono.

Per questo si dice che il cristallo Rosa stimoli nuovi incontri amorosi (non passionali come il Granato, ma soavi e dolci).

Il Quarzo Rosa si deve usare nei momenti di crisi e litigi, per diminuire le tensioni, calmare e rilassare i nervi. Combatte lo stress, la depressione, la stanchezza fisica e mentale.

È la pietra migliore da regalare a persone aggressive in forma di obelisco.

Dare un cristallo rosa ad un nemico è un atto di magia che apre un canale all'amore. È il regalo migliore da fare a coloro con cui desideriamo riconciliarci, dato che è un magnifico 'timbro di pace'.


venerdì 21 dicembre 2007

La donna danzante

Sarà che il 22 Dicembre è il giorno dell' Orgasmo Globale per la Pace, come ci racconta Alex321 qua.
Sarà che stasera ho cenato con delle amiche e nella casa c'era un libro che abbiamo sfogliato, che m'ha fatto scoprire di essere "Una donna danzante".
Fatto sta, che domani (cioè oggi, visto l'orario del post), io questo libro qua, me lo vado decisamente a comprare!!!

domenica 16 dicembre 2007

Il trucco c' è ma non si vede

Bilancia
Giornata intensa e laboriosa perché anche oggi avrete voglia di darvi da fare, con il corpo e con la mente, nessuno vi farà cambiare idea. Ci sono tante piccole cose da sistemare dentro e fuori casa e voi avrete tutta l'energia necessaria per portare a termine i vostri compiti casalinghi e familiari.

Ditemi dov'è la telecamera, perchè qui si è spiato il caos che regna nella mia stanza e che avevo, per sopravvivenza, deciso di mettere a posto!!!
Ok, l'alternativa era uscire questa mattina, affrondando il gelo e la gente piena di paccotti e paccottini per i regali di natale... Quindi un oroscopo del genere, con questo clima e con questo casino per le strade, una settimana prima della vigilia di Natale, poteva andare bene al 90% dei lettori... ma... ma... la sensazione di essere spiata, resta!
Un po' come quando, per divertirmi con gli amici, leggevo le carte e predicevo "L'arrivo di un uomo in divisa", che considerando che il 90% dei lavoratori possono indossare una divisa e se aggiungiamo che anche lo stile Classico, in giacca e cravatta, per chi non l'indossa con piacere, può diventare una divisa, la percentuale d'azzeccarci aumenta.
Il trucco c'è sempre, ma non si vede quasi mai, "ci devi crrrrreddderrrre, tesoro mio!"

venerdì 14 dicembre 2007

L'immagine di te - Radiodervish

Ci sono canzoni che a periodi mi entrano in testa, questa è una di queste:

mercoledì 12 dicembre 2007

A libera interpretazione

Per non dimenticare


12 Dicembre 1969: Strage di Piazza Fontana.

12 Dicembre 2007: Si chiede ancora Giustizia.



In un mondo libero - Ken Loach


Stasera al cineforum a cui sono abbonata, hanno dato il film di Ken Loach “In questo mondo libero”. La scheda del film la trovate qua. La trama parla di Angie, una donna che licenziata per l’ennesima volta, ingiustamente, da un lavoro precario e mal pagato, decide insieme ad una sua amica di aprirsi un’agenzia che offre lavoro agli stranieri. All’inizio cercano di fare le cose in regola, pur procurando loro stesse lavori sottopagati, ma poi il denaro facile inizia a far gola anche a loro, e soprattutto a Angie che è stanca di sentirsi una fallita. Iniziano, così, ad entrare nel giro dell’immigrazione clandestina. Giocando in un ruolo che non è il loro, però, sono esse stesse a farne le spese. Salta un affare e non riescono a pagare i lavoratori, che quindi si ribellano prima solo con le parole, e poi con i fatti. Angie viene picchiata, ed in seguito minacciano suo figlio. Angie, dunque è costretta, per proteggere la sua famiglia, a cercare altri soldi per saldare il suo debito. Li otterrà, sempre in maniera illecita, andando a procurarsi manodopera lavorativa direttamente all’estero, promettendo, sapendo di mentire, facili guadagni e sogni di realizzazione, nel suo pese d’origine, che invece l’ha dissanguata economicamente e moralmente. Le voci della coscienza, rappresentate dal padre e dalla socia pentita, saranno solo un esile eco nella mente di Angie, troppo occupata a sopravvivere “In questo mondo libero”. Anche se è tarda notte, ho bisogno di buttarle fuori ora le mie impressioni, perché questo è un film duro, anzi durissimo che lascia un senso di angoscia dentro. In altri film di Loach, c’era anche l’ironia, c’era la speranza di un lieto fine; in questo no. Questo film è un grande cazzotto allo stomaco, dall’inizio alla fine. Non ci sono vittime e carnefici, i ruoli si scambiano continuamente durante tutto il film, ed è una cosa terribile. Ci si trova ad essere prima da una parte e poi dall’altra, senza punti di riferimenti, senza riuscire ad identificare ruoli rassicuranti perché riconosciuti, quello del "buono" e del "cattivo". L’unica regola che lo percorre nella sua interezza è la legge della sopravvivenza. Sopravvive Angie, la protagonista, che da vittima di sfruttamento lavorativo, diventa ella stessa la carnefice. Sopravvivono gli immigrati, che da sfruttati divengono carnefici di Angie e della sua famiglia. Come si può non comprendere Rose che è diventata così, dopo averne vissute tante, come si fa a non comprendere gli immigrati che la picchiano, stanchi di essere sfruttati da tutti i paesi, così detti civilizzati. Come si fa a non comprendere, il giovane immigrato polacco, che ritorna a casa, dove non avrà granché da mangiare, ma almeno manterrà la sua dignità di essere umano. E forse, proprio in lui c’è la chiave di lettura di tutto il film, quel barlume di speranza e di purezza, che in altri film di Loach era più evidente, ma che in questo viene sopraffatto da tanta reale crudezza. Se un film serve a far riflettere, se un film serve a mostrare la realtà nuda e cruda ed ad affrontare tutti i punti di vista di una stessa storia, allora questo è un film perfetto. Ma sappiate che non è per nulla una visione “facile”.

martedì 11 dicembre 2007

La pazienza di Giobbe (non Covatta)


Bilancia (23 settembre - 22 ottobre)

Stai arrivando al culmine della stagione delle tensioni fertili e delle discussioni produttive (sempre che tu non l’abbia lasciata trasformarsi nella stagione delle dispute infruttuose e dei silenzi imbarazzati). Mentre ti prepari a raccogliere i frutti di tutte le opportunità che hai avuto, ti offro tre consigli del moralista francese Joseph Joubert. 1) Non tagliare mai quello che puoi sciogliere. 2) È meglio discutere una questione senza risolverla che risolvere una questione senza discuterla. 3) Lo scopo di una discussione o di un dibattito non è la vittoria, ma il progresso.

..........................

Aggiungerei io:

4)Preparati ad avere un Fegato grosso quanto una casa (grande)!

lunedì 10 dicembre 2007

Luoghi Comuni

Ieri sera sono andata a Teatro, ed ho visto Luoghi Comuni, tratto dall'omonimo libro di Pino Corrias.
Lo spettacolo analizza tre fatti storici italiani (in realtà sarebbero quattro, ma non è stato messo ieri in scena quello interpretato da Lello Serao, riguardante mani pulite e Di Pietro).

Scenografia minimalista, un semicerchio con diverse sedie alzate, e solo tre posizionate per potersi sedere.
Su una delle tre, vi è seduto Pietro Valpreda, l’anarchico accusato (ingiustamente) all’inizio della strage di Piazza Fontana, interpretato da Renato Carpentieri, anche regista dello spettacolo.
Siede accanto a lui un giornalista, interpretato da Enzo Salomone, che racconta come sono andati i fatti in quel tragico 12 Dicembre 1969.
Si susseguono voci di notiziari dell’epoca, testimonianze, ricostruzione dei fatti e vari depistaggi, fatti all’epoca per coprire i veri autori dell’attentato che ha destabilizzato la politica di un paese, allora in cambiamento.
Erano anni di fermenti ideologici, che minavano un potere che voleva rimanere immobile, e che ha fatto di tutto per rimanere tale.
La televisione, i giornali, allora come oggi, ebbero il loro ruolo fondamentale per fare da cassa di risonanza a notizie false che dovevano passare, per mascherare la realtà dei fatti.
La seconda sedia è occupata dalla bravissima Anna Ferruzzo, è lei a narrarci il primo grande fenomeno mediatico, quello che racconta il salvataggio, fallito, del piccolo Alfredino, il bambino restato incastrato nel pozzo a Vermicino.
Per la prima volta la tv entra nelle case degli italiani con occhio indiscreto sulla tragedia, in una diretta durata quasi tre giorni.
Narra della disorganizzazione dei soccorsi, narra di come tutti, in quel dramma che si stava consumando, cercassero il loro momento di gloria, compreso l’allora capo dello Stato, Sandro Pertini, che con aria compassionevole si recò sul posto, e volle anche parlare con il bambino.
Tutti pronti ad essere in primo piano nella storia, protagonisti di quell’episodio, ma tutti incapaci di muoversi con cognizione di causa, perché in Italia non esisteva ancora un ente preposto alla salvaguardia dei cittadini. Solo dopo la tragica morte del bambino, la madre riuscirà ad ottenere che in Italia si formi La Protezione Civile.
L’ultima sedia, spetta a Federico Fellini, interpretato da Massimo Wettmuller.
Si rappresenta l’Italia di Cinecittà, quella dei sogni e delle speranze, quella dei grandi film, quella delle stravaganze dei grandi attori dell’epoca e di un uomo, Fellini, che ci ha fatto conoscere anche all’estero in un periodo d’oro del cinema italiano.
Dunque, uno spettacolo che dimostra, ricostruendo fasi della nostra storia, quanto la televisione abbia influenzato il modo di vedere e di vivere quelle vicende, come cita il commento dello locandina: “ Fino all’attuale, assurdo parossismo secondo il quale qualcosa è reale solo se ne apprendiamo l’esistenza attraverso la televisione.”
Uno spettacolo, questo, che fa riflettere, mettendoci in discussione come individui, come società, e soprattutto come …teledipendenti.
In un circuito, come quello campano, è bellissimo che ci siano attori e registi del genere, unica cosa negativa è che queste cose sono poco pubblicizzate.
Per questo motivo invito i campani a tenere d’occhio la programmazione del Teatro Area Nord, situato a Piscinola, perchè è importante la riqualificazione delle zone del hinterland napoletano, e di tenere d'occhio la programmazione degli spettacoli della Compagnia di Libera Scena Ensemble di Renato Carpentieri e Lello Serao, perchè sono davvero bravi!
Le notizie le trovate QUA.

un nuovo piccolissimo sentiero

Ieri ero in preda alla malinconia, correva l’anniversario di una cosa che l’anno scorso mi aveva fatto molto soffrire, ed a distanza di un anno, mi ritrovavo nella medesima situazione.
Cambiavano i nomi, ma la situazione era la stessa.
Mi sono incazzata con la vita, con il karma e con tutto ciò con cui potevo prendermela, compresa me stessa.
Oggi, poi, sono andata a vedere Renato Carpentieri in Luoghi comuni, al Teatro Area Nord, e dopo con gli amici siamo andati a bere sangria (ottima) in un locale che hanno aperto vicino casa mia, e sarà l’alcol, ma la vita mi sembra diversa!
Ho ripensato a come gestivo questa medesima situazione l’anno scorso, ed a come la gestisco adesso.
Non è vero che la mia situazione è identica ad un anno fa, per il semplice fatto che io sono cambiata, e che l’affronto in maniera diversa… e la malinconia è passata.
Certe volte ci sembra di percorrere strade che già conosciamo, che abbiamo già solcato, ed invece non è così.
Perché magari questa volta ci accorgiamo che c’è una piccola viuzza che non avevamo visto, un sentiero stretto, forse poco battuto, ma che può portarci lontano dalla strada già ripercorsa, nel labirinto della nostra vita.
Forse ritorneremo nuovamente là, sulla strada maestra, e ci sembrerà uguale, ma ci accorgeremo sempre che esiste una nuova svolta, forse poco illuminata, da prendere, e magari ci porterà verso uno slargo pieno di sole, o verso una salita, o una discesa, ma comunque sempre in un luogo nuovo, che non conoscevamo.
Perché, benché le strade sembrino uguali, non lo sono mai perfettamente, c’è sempre la possibilità della variante che non avevamo ancora considerato, ma che è salvifica.
La recensione sullo spettacolo teatrale, è rimandata a momenti più sobri di questo… ma la farò, perché la regia di Carpentieri, merita decisamente un commento per quanto riesce ad emozionare lo spettatore!
Ma non ora… adesso devo godermi la mia testa sopra le nuvole…

giovedì 29 novembre 2007

Siamo un popolo senza dignità... ha ragione.

Il 24 Novembre a Torino,si è tenuta la presentazione del documentario Beaùtiful Cauntri.
Le immagini parlano da sole.
Siamo davvero un popolo senza dignità.

domenica 25 novembre 2007

Processo a Dio


















Anche oggi Teatro ( scritto ed inteso con la T maiuscola!), anche oggi uno spettacolo stupendo! Intenso, commovente, disarmante.
Processo a Dio, di Stefano Massini, regia di Sergio Fantoni.

Ultimo giorno in un campo di concentramento.
Elga Firsch, interpretata da una straordinaria Ottavia Piccolo, decide di processare Dio, con tanto di accusa (la sua), di difesa e di giuria, per il male fatto agli ebrei. Dio è interpretato, simbolicamente da un ufficiale delle SS, che un giorno, durante la prigionia, ha urlato ad Elga, puntandole un fucile contro, di poter fare della sua vita ciò che più desiderava, essendo in quel momento, lui, come Dio!
Parte quindi, dalla cattura di questo ufficiale delle SS, un processo intensissimo in cui la domanda finale sarà: Dio è colpevole oppure no dello sterminio del suo popolo?
Se Dio fosse colpevole, allora i tedeschi non avrebbero alcuna colpa e dovrebbero essere lasciati andare, senza nessuna punizione, poiché semplici strumenti di un Dio crudele; ma se Dio fosse invece innocente, e la colpa fosse invece di coloro che hanno voluto far credere a tanti ebrei che Dio era cattivo ed ingiusto perché si era dimenticato di loro, allora i tedeschi, colpevoli di tale nefandezza dovrebbero essere a loro volta giustiziati!
Così, la sorte di questo ufficiale delle SS dipenderà dal risultato di questo processo… E da Dio.
“Perché in fondo la parola chiave di questo testo non è il dolore per l’Olocausto, bensì il suo non-senso.
Se l’uomo è un burattino, chi lo muove? E quale logica muove il teatrino del mondo? Elga Firsch accusa Dio con la voce, in fondo, dell’umanità intera: l’umanità di ogni epoca e bandiera!”

Solito consiglio: Riceratelo nelle vostre città ed andatelo a vedere!

Un Sole a mezzanotte




Ci sono persone che compaiono nella nostra vita ed hanno la durata di una meteora che passa nel nostro cielo.
Certe volte ci hanno fatto soffrire, altre volte ci hanno portato un sorriso, altre volte ancora ci hanno lasciato un ricordo, un’esperienza.
Voglio ringraziare le meteore della mia vita, che mi hanno fatto conoscere mondi, cose che non conoscevo, che mi hanno fatto fare cose che non pensavo di fare, che mi hanno trasmesso un pensiero dolce, che mi hanno fatto conoscere profumi e sapori nuovi.
Ognuna di loro, ora fa parte di me, e questo è bellissimo… ed è forse questo che cercavo, perché la mia sete d’esperienze non è mai sazia.
Grazie,a chi mi ha fatto conoscere un libro, a chi mi ha fatto conoscere un suono, a chi mi ha fatto conoscere un sapore, a chi mi ha fatto vedere uno squarcio di mondo, a chi mi ha accompagnato nei miei pellegrinaggi emozionali.
Ho bisogno di far pace col mio passato, di ringraziare anche chi è stato meteora, perché meteora non lo è mai stata, perché fanno parte di me… per sempre, anche nella semplice consapevolezza di ciò che non mi piace e non voglio più… appunto, meteore, ma un unico grande sole a mezzanotte…

sabato 24 novembre 2007

Una famiglia da pubblicità

Oggi mi toccava il Sabato in ambulatorio.
Tra i vari clienti venuti, una famiglia merita una menzione particolare, composta da madre, padre, figlio adolescente e pastore tedesco (il paziente).
A guardarli mettevano una serenità, si scambiavano sorrisi, seguivano attentamente quello che il veterinario (il mio capo) gli diceva, il ragazzino era educatissimo, ed il cane uno spettacolo, docilissimo, bello e bravo!
Mentre li osservavo pensavo, ma guardali sembra proprio una pubblicità, fossero tutti i clienti così... mi sembrava quasi di essere stata proiettata in un quadretto "della famiglia cuore", oppure ancora meglio "del mulino bianco"; quando ad un certo punto squilla il cellulare al padre, e la suoneria era ESATTAMENTE questa musica:




Ecco, avevo sbagliato pubblicità... quella famiglia era una "Famiglia Barilla"!!!

venerdì 23 novembre 2007

Mappina

Per la serie "il grande fratello ci osserva sempre" e nei minimi particolari, guardatevi sto sito delle pagine gialle.
Io sono riuscita a vedere il mio amico panettiere che cazzeggiava fuori al suo negozio....!!!

Vedi Napoli e poi....

mercoledì 21 novembre 2007

Finalmente si ritorna a Teatro

Era da molto che l'aspettavo, e sono riuscita ad andarci ieri.
Gli ultimi biglietti dell'ultimo giorno di replica... una vera botta di fortuna, e ne è valsa davvero la pena!
Intenso, attori bravissimi, scenografica minimalista ma azzeccatissima... a me è piaciuto moltissimo il riadattamento teatrale di Gomorra.
Trovate a questo Link tutte le informazioni sullo spettacolo.
Se capita nella vostra zona andatelo a vedere, che merita molto.

Tu volele biscottino della foltuna?

Conoscete i biscottini della fortuna?
Quelli che ti regalano a fine pranzo al ristorante cinese? Si, si… quelli che si aprono a turno con i vostri amici della tavolata e si leggono ad alta voce, e che dicono frasi scontate come quelle dei foglietti contenuti nei baci perugina, ma che sono talmente banali e qualunquiste che riescono comunque a beccare, per un calcolo probabilistico, il momento ESATTO che vivi?!
Bene, fatta sta premessa, vi dico che ho trovato un sito di oroscopo, che oltre a dire l’oroscopo del giorno, legge anche il tuo “Bigliettino della fortuna” per la giornata.
Oggi il mio bigliettino della fortuna citava:

Chi sa ridere è padrone del mondo. -Giacomo Leopardi-

Ma Leopardi, non è conosciuto soprattutto per il suo… PESSIMISMO???!!!
E qui ci vorrebbe anche la frase:
“Una risata vi seppellirà!”
So’i controsensi della vita….

martedì 20 novembre 2007

Divieto a Napoli di fumare nei parchi pubblici

Qui stiamo davvero diventando ridicoli, il comune ha trovato un altro modo per RUBARE ai cittadini:

Cronaca


Plauso dei ministri Pecoraro Scanio e Turco

A Napoli divieto di fumo nei parchi


Niente sigarette in presenza di bambini e donne incinte. Lo ha stabilito un'ordinanza comunale emessa dall'assessore alla Sanità, il verde Gennaro Nasti

Napoli, 17 nov. (Adnkronos/Ign) - Fumo vietato da domani nei 43 parchi cittadini di Napoli. Lo ha stabilito un'ordinanza comunale emessa dall'assessore alla Sanità, il Verde Gennaro Nasti. Il provvedimento prende spunto dalla legge Sirchia del 2003, che prevede il divieto di fumo nei locali pubblici. Identiche le sanzioni: da 27,50 a 200 euro.

L'assessore Nasti spiega all'ADNKRONOS di avere ''dato seguito ad un invito della Lega italiana per la lotta ai tumori, che ci ha sensibilizzato all'adozione di questo provvedimento''. Presto il Comune doterà i 43 parchi cittadini della cartellonistica che avverte del divieto di fumo che scatterà nel momento in cui nei parchi pubblici ci sarà la presenza di minori di 12 anni e donne incinte.

Nasti si dice fiducioso sul senso di responsabilità dei napoletani: ''Chi non ricorda i timori alla vigilia della legge Sirchia quando si pensava che a Napoli la legge antifumo non sarebbe stata rispettata. Invece qui è come altrove: nei locali pubblici non si fuma''. L'ordinanza dell'assessore verde presenta anche un altro significato: ''Noi vogliamo che non si fumi più in presenza di bambini e donne incinte anche se ci si trova nella propria auto o in altri luoghi dove non ci siano leggi a proibirlo''.

Il provvedimento antifumo nei parchi pubblici rientra anche nella strategia del ministero della Salute e nel programma 'Guadagnare salute' che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso febbraio e che concede ai Comuni di intraprendere iniziative di prevenzione contro comportamenti che possano essere dannosi per la pubblica salute. ''Ci auguriamo che si smetta finalmente di fumare nelle case -conclude Nasti- nei luoghi chiusi, davanti ai bambini e alle donne incinte: per noi questa è una questione culturale''.

Plauso all'iniziativa dai ministri dell'Ambiente e della Salute. Un provvedimento che porta ''Napoli all'avanguardia'', per Alfonso Pecoraro Scanio. Sulla stessa linea anche Livia Turco secondo la quale l'iniziativa ''coglie appieno lo spirito del programma del Governo 'Guadagnare Salute' che ha come obiettivo proprio quello della promozione di stili di vita salutari attraverso la collaborazione tra le diverse istituzioni. E certamente - conclude - il fumo sia attivo che passivo è uno dei fattori più nocivi per la nostra salute".

Bene, cosa accadrà?
Fioccheranno multe, e le tasche del comune si riempiranno.
Io non fumo più, ma un divieto del genere mi fa venire voglia di andare in un parco ed accendermene una!
Ma dico stiamo scherzando???
Che non si possa fumare in presenza di donne incinte e di bambini mi sta anche bene, ma all’aria aperta no???
Ma dico… STIAMO IMPAZZENDO DAVVERO?
Allora se vogliamo tutelare davvero sti ragazzini, vogliamo iniziare ad eliminare i distributori automatici di sigarette, ai quali possono accedere anche i minorenni e comprare tranquillamente e senza controlli tutti i pacchetti che vogliono?!!!!!
Ah, no, è vero… quelli servono a rimpinzare le tasche dello stato!
Vogliamo allora fare una buona campagna di prevenzione, nelle scuole, e non spingere invece all’illegalità con divieti idioti ed inconcludenti come questo?
Ah, no… va a finire che ha effetto, ed i consumatori di tabacco diminuiscono davvero, non sia MAI detto!
Napoli ha trecentocinquantamilaseicentonovantanove problemi… mi sembra giusto dare priorità ad un divieto così.
Tra poco metteranno:
“E’ severamente vietato fumare all’aria aperta se siete contro vento”
Come diceva il grande Totò: Ma mi faccia il piacere!!!!!!!!!!!!!!!!

Si, ma... CHI SIETE???

Nella mia vita precaria, continuo ad avere una certezza, quando mi chiamano per fare la dog sitter corro.
Sono potenziali futuri clienti, ed attuali fonti di guadagno.
Sarà che io riesco, poi, a vedere sempre il lato surreale e comico in tutte le situazioni che mi capitano, ma oggi ne è successa un’altra.
Cliente vecchio, mi chiede di portare a spasso il cane stamattina che lui non poteva, in casa avrei trovato la donna delle pulizie ad aprirmi la porta.
Davanti all’uscio, busso.
“Chi èèèèèèèèèèèèèèèèèèèè?” Domanda una voce di donna giovane, dal forte accento dialettale.
“Sono Elise, signora, la dog sitter.”
“Chiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii?”
“Eliseeeee, signora, sono la dog sitter!”
“Sentite io non sono a casa mia, non posso aprire se non mi dite chi siete!”
Appunto, porca miseria è la terza volta che te lo dico….
“Mi chiamo E L I S E (considerate che il mio vero nome, è molto più lungo da sillabbare!!!) e sono la DOG SITTER!”
“Ma che volete????”
Hu Gesù, penso io, ma c’è una telecamera nascosta da qualche parte??? Smile, you’re on Candid Camera!!!
Te lo sto dicendo da tre ore che voglio… voglio portare a spasso sto cavolo di cane, prima che gliela fai fare addosso!!!
Ma ci riprovo paziente, iniziando anche ad alzare il tono della voce, magari è sorda, e quindi mi trovo ad urlare su un pianerottolo davanti ad una porta chiusa.
“Signora, non l’hanno avvertita che venivooooo?”
“Nooo, chi siete, che volete?” Si, diciamo pure: Quanti siete … UN FIORINO!
“Signora sono la dog sitter, Eliseeeeeeeeeeeeee”
Ormai disperata stavo per far chiamare al proprietario del cane, oppure al portiere che mi conosce, o alla polizia per rassicurarla all’apertura della porta, quando mi viene un’illuminazione…
“Signora, DEVO PORTARE IL CANE A FARE LA PASSEGGIATA….!”
“…………………….” (della signora)
“…………………….” (mio)
“Ahhhhhhhh, siii, vi APRO!”
Ohhhh, vivaddio! La signora non capiva che cavolo era una “dog sitter”……
C’vò pacienza assaje!!!

lunedì 19 novembre 2007

La cassapanca dei ricordi





























Voi, i vostri ricordi dove li conservate?
Io ho una cassapanca di legno, verde acido, con fiori rossi e gialli, dipinta da me. Dentro ci sono foto, ci sono vecchie agende-diario, la collezione di fumetti Peanuts, lettere, cartoline. Oggi la cassapanca è stata aperta e come il vaso di Pandora ha fatto uscire di tutto. E’ rimasta sul fondo una cosa: la speranza, che in quella cassapanca non manchi mai,come nel passato, anche nel presente e nel futuro dei prossimi ricordi, un sorriso e la tenerezza di una carezza.




Capita... a volte capita

Capitano volte che rivedi vecchi amici; capitano volte che ti portano ad ascoltare due musicisti ( cioè uno e due) che tu andavi ad ascoltare con questi stessi amici, almeno dieci anni fa, nelle taverne.
Capita a volte, che bevi un vino rosso buono come un nettare che si chiama Falerno; capita alle volte che di bottiglie ne bevete tre. Capita, sempre alle volte, che la pizzica che stanno suonando è talmente travolgente, che tu, che indossi il tuo scialle rosso, te la metti a ballare, complice il vino che ti scorre nelle vene e nel cuore.
Capitano che, alle volte, gli anni non sembrano mai essere passati e tu, ti ritrovi a sorridere e ridere di gusto con le stesse persone, con le stesse emozioni, e con lo stesso affetto di dieci anni prima, ascoltando due che suonano, come quando dieci anni prima andavi alle loro serate nelle taverne, ed il tempo è diventato un cerchio, in un unico divenire, che s’è ricongiunto e che ti ha riportato in luoghi dai nomi di ricordi già amati.
Capita… a volte, e quando accade è meraviglia pura.

sabato 17 novembre 2007

Le stelle dicono di te


Bilancia (23 settembre - 22 ottobre) "La bizzarria è l'arma che l'umanità usa per resistere alle richieste sempre più pressanti di una vita frenetica" , dice Bob Rickard, fondatore di Fortean Times, una rivista specializzata in eventi anomali. "È semplicissimo: abbiamo bisogno della pazzia". Condivido questa riflessione, Bilancia, e la trovo particolarmente appropriata per te in questo momento. Probabilmente non ti rendi conto di quanto succoso materiale psichico hai represso finora per essere ligio al dovere e rispettare le regole. Per ritrovare i segreti nascosti nelle tue più fertili profondità, devi specializzarti in tutto ciò che è misterioso, curioso e arcano.

... No, no... me ne rendo perfettamente conto... in molti, ultimamente, se ne sono resi conto... :-)

Un piccolo grande uomo

Certe volte le canzoni, benché scritte e cantate molto tempo prima, possono calzare a pennello in certe situazioni:


Capo Fortuna - Rino Gaetano








venerdì 16 novembre 2007

Chi trova un Amico...

"La vera amicizia non è schiava del tempo e dello spazio, la distanza materiale non può separarci davvero dagli amici!"
- Richard Bach -

Forse ha ragione chi pensa che le vere Amicizie, sono quelle che nascono tra i banchi di scuola.
Ti trovi, a quell’età, a condividere le prime esperienze della tua vita.
Le prime cotte, i primi timori per le interrogazioni, i primi dubbi dell’adolescenza, le prime ribellioni verso i genitori e verso la società.
Queste cose io le ho condivise tutte con la mia compagna di banco e di vita del liceo, che ora vive a Bologna.
Ricordo la prima canna fumata insieme, in un treno che ci portava alla nostra prima manifestazione nazionale.
Ricordo i compiti di matematica che le passavo di stramacchio, con il professore che non ci poteva passare sul fatto che lei, allo scritto aveva buoni voti, ma all’orale andava male… ed i suggerimenti che, invece lei, mi dava nelle ore di Filosofia per farmi prendere una sufficienza da quella bastarda della professoressa, che adorava lei, ed odiava me…
Ricordo i primi filoni, passati in biblioteca a studiare (eravamo persone morigerate… filone si, ma doveva essere costruttivo e non all’insegna del divertimento, che la nostra coscienza doveva essere un po’ risciacquata!)
Ricordo la prima vacanza fatta insieme al campeggio Mille Pini, di cui ho già parlato qua. Ricordo quando all’occupazione del Miranda, ci trovammo a dover fronteggiare un gruppo di Punk a Bestia, con i nomi più strani del mondo: Foca, Puffo, Palli Palli.
Ricordo i salvataggi di tanti cani per strada, e ricordo i pranzi a casa sua con sua mamma che la chiamava (e la chiama ancora) con un tono di voce che imitavo alla perfezione. Ricordo quando sua mamma le diceva: “Guarda la tua amica, com’è curata, gli orecchini intonati alla maglia, e tu invece sempre vestita da stracciona” e lei di rimando le faceva notare “Si, ma vedi bene che ne ha QUATTRO di orecchini per lato!!!” e la mamma inorridita rispondeva: “Ah”.
Oppure mio padre, che quando lei mi chiamava al telefono, invece di dire, “si un attimo che te la chiamo”, appendeva direttamente la cornetta, e lei aveva imparato a capire che era il suo modo “gentile ed educato” per dire “attendi in linea”…
Ricordo tutto, ma proprio tutto, e lo tengo stretto dentro di me.
Crescendo ho avuto tante altre amiche ed amici, persone che mi sono state molto vicine in momenti della mia vita, persone che stimo e a cui voglio molto bene, alcune delle quali frequento o sento ancora, altre le ho perse di vista, ma un’Amicizia come quella che ho provato per la mia Amica del liceo, negli anni non l’ho più provata.
Così a distanza di anni e di chilometri, io la sento vicina… sempre.
Non glielo dico spesso che le voglio un mare di BBENE ASSAJE, ma lei lo sa.
Oggi mi sono sentita tanto capita, nella mia follia, che lei conosce e sa che non è follia, ma che è… un sacco di altre cose, ma non follia. Solo con lei, riesco a ridere di me, in maniera così TOTALE. Perché ci conosciamo perfettamente, sappiamo il passato di ognuna, il presente e forse intuiamo il nostro futuro (in una clinica geriatrica, circondate da animali salvati, per lo più da lei, perché io in quel caso farei il ruolo del “poliziotto cattivo”: "NO, NO, e NO…. Anche lo scimpanzè dello zoo NON POSSIAMO TENERLO!!! Uff… e vabbè, fai come vuoi, ma io le banane non gliele sbuccio!")
Inosmma…
Ti voglio BENE… ManzI!!!

giovedì 15 novembre 2007

Un pensiero tira l'altro


Sarà il freddo ed il mal tempo, ma in serate come questa, quando torno stanca dal lavoro, mi piace accoccolarmi in poltrona e leggere un libro.
A volte leggo un libro nuovo, altre volte quando ho voglia di immergermi nei mie pensieri, rileggo brani di libri già letti oppure poesie, che hanno toccato le corde della mia anima.
Stasera, sfogliando uno di questi libri del mio passato, ho ritrovato, tra le pagine, una cartolina con stampata sopra questa frase:

“Gli Uomini, sono donne che non ce l’hanno fatta.”
- Groucho Marx -
...Vabbè, magari non proprio tutti...

venerdì 9 novembre 2007

Il male del Bene



“Accadono cose che sono come domande.
Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita ci risponde.”

Questa frase appartiene al libro Castelli di Rabbia, di Baricco.
Ma se tutta la tua vita è una domanda, chi te la può dare la risposta?
Te stessa.
E certe volte darsi una risposta fa male.
Farsi del bene fa male.

“Lo sai che a volte farsi del bene è abbastanza doloroso?!”
“Come tirarsi un dente.”
“… già.”

mercoledì 7 novembre 2007

Ordinato Caos

Si dice che, certe volte, per mettere ordine nella propria vita, bisogna iniziare dal creare ordine intorno a se stessi.


Ciò che resta di un divano:



Ciò che resta di una poltrona:

martedì 6 novembre 2007

Un saluto ad un grande giornalista

Muore Enzo Biagi e con lui una parte di storia d'Iatlia, quella del giornalismo fatto bene, non urlato e soprattutto serio.




"Sono sempre stato dalla parte di quelli che non vincono"

Grazie Biagi.

lunedì 5 novembre 2007

Addio Millo... Grazie Rosetta

Oggi è l’ultimo giorno che mi ha visto cavalcare il mio vecchio bolide a due tempi, come Guevara sulla sua “Poderosa”, io giravo zig-zagando tra smog ed auto con il mio “Millo”, diminutivo di Camillo, che era invece il nome del primo motorino (un SI) che avevo avuto. Millo è uno storico Sniper della Kymco, immatricolato nel lontano 1993!
Questa foto vi mostra come è uno Sniper in tutto il suo splendore:



Il mio invece è rosso, compagno come me, e appezzottato (anche quello come me).

Io non l’avevo da tanto tempo, ma un cinque anni con me se li è fatti, e se ne sarebbe fatti volentieri ancora altri, perché l’energia l’ha. Ha resistito ad un’alluvione un paio di estati fa, ha resistito ad un incendio quest’estate, ma oltre all’acqua ed al fuoco, doveva resistere anche all’ordinanza della nostra “signora” sindaca, che non fa più circolare i motorini due tempi non omologati con le normative CEE, e questa volta ha dovuto cedere. Da Gennaio Millo, avrebbe potuto circolare solo la sera, restando bloccato dalle 8.30 alle 18.30 (salvo cambiamenti, di cui, se ne venite a conoscenza, fatemelo sapere!!!) Ora, poiché io mi trovo in una città molto civile, e poiché (misteri assicurativi) gli scooter 50, da noi, pagano le tariffe assicurative più alte in tutta Italia rispetto alle cilindrate maggiori, come poteva una poveraccia, con una vita precaria ed un portafoglio precario come il mio, sobbarcarsi di una spesa di un’assicurazione non indifferente per far circolare uno scooter che per una ordinanza comunale sarebbe comunque restato fermo TUTTO il giorno????!!!! Non può, appunto. Dunque da oggi Millo è “legalmente” impossibilitato a girare, per scadenza dell’assicurazione, volutamente non rinnovata. Ho fatto l’ultima corsa con lui stamattina. E’ stato emozionante. Mi si stacca un pezzo di cuore a vederlo fermo ed impolverato. Cerco dunque di vedere il lati positivi di questa assenza di Millo dalla mia vita:
Lato positivo numero 1: Potrò svegliarmi con il cantico degli uccellini, quelli che iniziano alle 5 del mattino, perché sentono l’avvicinarsi dell’alba. E si, perché se per stare all’università alle 8 del mattino con lo scooter, bastava che scendessi alle 7.45. adesso, con i favolosi mezzi pubblici di Napoli, devo muovermi almeno alle 7 di casa, rischiando comunque di arrivare in ritardo. Sarà felice il cane PIGRO di fare la prima passeggiata del mattino ancora al buio, quando, per il freddo che fa, se alza la zampa per la pipì, creerà una simpatica scultura di ghiaccio, color giallo paglierino.
Lato positivo numero 2
: Avrò tempo per leggere nei mezzi pubblici, tutti i romanzi che la sera non riuscirò più a leggere a letto, crollando dal sonno per la sveglia mattutina delle 5.30 per stare in facoltà alle 8.

Lato positivo numero 3: Riuscirò a risparmiare la palestra,ma a fare comunque tanto movimento, perché farò lunghe passeggiate, certamente esaurita dal traffico in autobus, oppure da attese snervanti, molte volte me la farò a piedi.

Lato positivo numero 4
: la socializzazione ed il cameratismo che si crea alle fermate degli autobus e dentro i mezzi pubblici (quando non devi stare attenta al cellulare ed al portafoglio) è impagabile. Soprattutto a Napoli, si vedono scenette indimenticabili, roba che un blog potrebbe essere aggiornato più volte al giorno per raccontarle.

Insomma, con TUTTI questi lati positivi, come può venirmi in mente di lamentarmi della scelta fatta dalla nostra sindaca per diminuire l’inquinamento atmosferico della mia città?!
Che importa se poi gli autobus, sono i mezzi che inquinano di più al momento, perché sono vecchi catorci, e che quindi se davvero volessimo fare qualcosa per l’ambiente potremmo anche pensare di migliorare i trasporti pubblici, e non solo rompere le palle al cittadino, come sempre accade. Che importa se io ho pagato un bollino blu, inutilmente. Che importa che non ci sono incentivi per acquistare scooter nuovi, e se pure hai i soldi per acquistarli, a Napoli te li fregano nel giro di poco tempo e devi pure pagarti un salasso per il parcheggio. Che importa se gli scooter nuovi che stanno vendendo,inquineranno lo stesso perchè hanno la marmitta "apezzottata", e parlo di scooter che le case automobilistiche stesse stanno spacciando per nuovi ed ecologici, quando non lo sono, ma sono appunto "modificati", perché in qualche modo questi due tempi non omologati devono comunque essere smaltiti dalle ditte! Ma che importa!!! Vuoi mettere come ci guadagna l’aria che respiriamo… Eh no, no… qui ci vuole proprio un:
Grazie, Rosetta Grazie, Grazie, Rosetta Grazie, Grazie, Rosetta Grazie, Graaaaziiiiiiieeeeeeeeee! (e chi ha visto Zelig mi capirà!)

sabato 3 novembre 2007

Seta - Alessandro Baricco



Baricco, o lo si ama o lo si odia.
Io lo amo.
Il mio nick, deriva da un personaggio di un suo romanzo Oceano Mare, che ho adorato.
Certo è un artista controverso, per mille motivi, ma quando io leggo qualcosa che ha scritto lui, letteralmente, godo, e lui sa di far godere molti lettori quando scrive le sue cose.
Un pensiero su Baricco che condivido al cento per cento, l' ho torvato
QUA.
Dunque, tornando a me, ovviamente, da amante di Baricco, non ho potuto resistere alla tentazione di andare a vedere l’ultimo film tratto da un suo romanzo:
Seta.
Come spesso succede, è difficile che da un romanzo venga fuori un buon film, anche se la trama è la stessa, la scenografia, i personaggi, non potranno mai eguagliare quello che la tua mente ha creato leggendo il libro, e dunque un film sarà sempre peggio del romanzo da cui è tratto.
La cosa che più mi infastidisce, però, è quando stravolgono il senso del romanzo, quando per adattarlo ai tempi ed al pubblico di sala, non solo tagliano i pezzi, ma certe volte li censurano.
Questo è accaduto per Seta.
Il romanzo, come anche il film, termina con una lettera.
Lettera scritta dall’amante giapponese del protagonista, amante “virtuale” perché in realtà l’amplesso d'amorosi sensi non è mai stato consumato, indirizzata, appunto, al protagonista.
In questa lettera nel film, sono state tagliate le parti che parlavano dell’atto sessuale, nudo e crudo, che l’amante giapponese, vuole ricreare con il protagonista, con le sue parole appassionate.
Poiché io credo che la lettera sia la parte migliore di tutto il romanzo, la ricopio integralmente.
Baricco, in essa, riesce a descrivere con parole, con pensieri, con emozioni, una delle scene più erotiche, ma incredibilmente tenera e piena d’amore, che io abbia letto negli ultimi anni.


Mio signore amato,
non aver paura, non muoverti, resta in silenzio, nessuno ci vedrà,
rimani così, ti voglio guardare, io ti ho guardato tanto
ma non eri per me, adesso sei per me, non avvicinarti, ti prego,
resta come sei, abbiamo una notte per noi, e io voglio guardarti,
non ti ho mai visto così, il tuo corpo per me,
la tua pelle, chiudi gli occhi, e accarezzati, ti prego,
non aprire gli occhi se puoi, e accarezzati, sono così belle le tue mani,
le ho sognate tante volte adesso le voglio vedere,
mi piace vederle sulla tua pelle, così,

ti prego continua, non aprire gli occhi, io sono qui,
nessuno ci può vedere ed io sono vicina a te,

accarezzati signore amato mio, accarezza il tuo sesso, ti prego, piano,
è bella la tua mano sul tuo sesso, non smettere,
a me piace guardarla e guardarti,

signore amato mio, non aprire gli occhi, non ancora,
non devi aver paura son vicino a te,

mi senti?
Son qui, ti posso sfiorare, è seta questa la senti?
È seta del mio vestito, non aprire gli occhi e vedrai la mia pelle,
avrai le mie labbra,
quando ti toccherò per la prima volta sarà con le mie labbra,

tu non saprai dove, ad un certo punto sentirai il sapore delle mie labbra, addosso,
non puoi sapere dove se non apri gli occhi, non aprirli,
sentirai la mia bocca dove non sai, d’improvviso,
forse sarà nei tuoi occhi, appoggerò la mia bocca sulle palpebre e le ciglia,
sentirai il calore entrare nella tua testa, e le mie labbra nei tuoi occhi, dentro,
o forse sarà sul tuo sesso, appoggerò le mie labbra, laggiù,
e le schiuderò scendendo a poco a poco,

lascerò che il tuo sesso socchiuda la mia bocca, entrando tra le mie labbra,
e spingendo la mia lingua,

la mia saliva scenderà lungo la tua pelle fin nella tua mano,
il mio bacio e la tua mano, uno dentro l’altra, sul tuo sesso,
finché alla fine ti bacerò sul cuore, perché ti voglio,
morderò la pelle che batte sul tuo cuore, perché ti voglio,
e con il cuore tra le mie labbra tu sarai il mio, davvero,
con la mia bocca nel cuore tu sarai mio, per sempre,
se non mi credi apri gli occhi signore amato mio e guardami,
sono io, chi potrà mai cancellare quest’istante che accade,
e questo mio corpo senza più seta,
le tue mani che lo toccano,
i tuoi occhi che lo guardano,
le tue dita nel mio sesso,
la tua lingua sulle mie labbra,
tu che scivoli sotto di me, prendi i miei fianchi, mi sollevi,
mi lasci scivolare sul tuo sesso, piano, chi potrà cancellare questo,
tu dentro di me a muoverti adagio,

le tue mani sul mio volto, le tue dita nella mia bocca, il piacere nei tuoi occhi,
la tua voce, ti muovi adagio ma fino a farmi male, il mio piacere, la mia voce,
il mio corpo sul tuo, la tua schiena mi solleva,
le tue braccia che non mi lasciano andare,

i colpi dentro di me,
è violenza dolce, vedo i tuoi occhi cercare nei miei,
vogliono sapere sino a dove farmi male,

fino a dove vuoi, signore amato mio, non c’è fine, non finirà, lo vedi?
Nessuno potrà cancellare questo istante che accade,
per sempre getterai la testa all’indietro, gridando,
per sempre chiuderò gli occhi staccando le lacrime dalle mie ciglia,
la mia voce dentro la tua, la tua violenza a tenermi stretta,
non c’è più tempo per fuggire e forza per resistere,
doveva essere questo istante,

e questo istante è,
credimi, signore amato mio, quest’istante sarà,
da adesso in poi, sarà, fino alla fine.
Noi non ci rivedremo più, signore.
Quel che era per noi, l’abbiamo fatto, e voi lo sapete.
Credetemi: l’abbiamo fatto per sempre.
Serbate la vostra vita al riparo da me.
E non esitate un attimo, se sarà utile per la vostra felicità,
a dimenticare questa donna che ora vi dice,senza rimpianto,
addio.

PS:La persona, che stoicamente mi ha accompagnato a vedere il film, quando è terminato mi ha detto che "non gli erano rimaste più vene da utilizzare per i tagli"…. Dunque, se non siete particolarmente amanti di Baricco, forse non è consigliatissimo come film perché è un tantino lento; infatti una delle critiche fatte al film, che non avevo letto prima di andare al cinema (giuro!), cita testualmente:
“Trasposizione cinematografica del romanzo di Baricco patinata e superficiale, attenta alle immagini e alla ricostruzione storica ma non all'introspezione psicologica”.