mercoledì 30 aprile 2008

Inizierò anche io a dire "Ai miei tempi..."


L’avanzare dell’età è, forse, più traumatica in una donna, rispetto ad un uomo.
Molte sentono il richiamo “dell’orologio biologico” , altre impallidiscono davanti alla prima ruga, oppure al primo capello bianco.
Non io.
Il mio orologio biologico ha le batterie scariche. Le rughe non mi spaventano, anzi mi piacciono, le trovo espressive (ok, magari ne riparleremo quando il mio viso sarà diventato come una cartina stradale), i capelli bianchi per ora me li tengo, mi piace troppo il mio colore nero ( che è ancora dominante, rispetto al bianco) per camuffarlo con tinture.
Aggiungiamo che poi sono affetta da sindrome da Peter Pan al femminile, quindi l’età che avanza non l’ho mai vissuta come un trauma.
Ho sempre avuto la capacità di confrontarmi con ragazzi più giovani, e con persone più mature.
Fino, certe volte, a non rendermi conto della differenza d’età che c’era con il mio interlocutore o la mia interlocutrice.
Ma forse mi dovrei rendere conto che l’età avanza anche per me.
Già una prima avvisaglia l’ho avuta qualche settimana fa.
Ero a cena con colleghi, di varie età, ed ad un certo punto si è parlato di movimenti studenteschi, ed io ho fatto riferimento alla Pantera, indicandolo come uno dei più grandi movimenti italiani, dopo quelli degli anni fine ’60, inizio ’70.
Uno dei commensali mi guarda con aria stupita, e mi chiede:
“Cosa? La Pantera?”
“Si, La PANTERA!”
E lui:
“Mah… mai sentito parlarne… a quell’età ero alle elementari.”
Io:
“Oddio, ma quanti anni hai?”
Ecco, per un istante mi sono sentita vecchia, ma poi questo pensiero s’è subito allontanato da me, perché mi sono detta, che quel collega era un ragazzino disinformato. Io nel ’68 non ero nata, ma da che ho memoria, ho sempre saputo che c’era stato questo movimento ideologico, culturale, politico, studentesco etc… La Pantera è stata, in minor misura, il ’68 degli anni della mia adolescenza. Inutile poi parlargli del Sabotax…
“Sabocheeeee?” è stata la sua risposta.
Comunque, tornando al discorso dell’età, avevo archiviato l’episodio ritenendo il collega un ragazzino disinformato sui movimenti studenteschi importanti, che ci sono stati nella mia città, un coglioncello per dirla con un francesismo.
Ma stasera mi sono davvero sentita per la prima volta davvero vecchia.
Mia nipote, di quattordici anni, ha aperto un blog e mi ha dato il link per visitarlo.
Sono entrata sulla sua pagina, piena di curiosità, per vedere cosa ci scrive e mi sono trovata davanti ad un post in cui erano scritte cose, per me, incomprensibili:
ogni gg”, “ji attori “,”riaxunto”, “sl”, ”axicuro”, “qst xiodo e dv lasciar “, “nnkè mijore amika d”, “avuto tt”…
Ecco, la mia prima reazione è stata di trattenere il fiato, si lo ammetto, sommersa da tt… ops, volevo scrivere… tutte quelle abbreviazioni, mi sono sentita mancare!
Io le odio, e trovarle messe tutte insieme, e per di più da mia nipote m’ha sconvolto.
Mi sarebbe dispiaciuto di meno sorprenderla a fumare una canna!
Alla fine non ho resistito e le ho lasciato un commento:
“Ti prego, ti prego, ti prego.... smettila di usare abbreviazioni in quello che scrivi.
Ogni volta che leggo una "k", un "nn", una "x" al posto di un "per", un "ql" al posto di non so cosa, mi viene un colpo al cuore!!! Abbi pietà di me!
Con affetto tua zia Elise.”
Ecco, nell’istante in cui ho inviato il commento, mi sono sentita tremendamente VECCHIA.