lunedì 16 giugno 2008

Emergenza criminalità in Italia, via libera al primo Criminale.

Ci sono delle cose palesi agli occhi di tutti, ma che evidentemente vengono dimenticate al momento delle elezioni.
Sarò un’ingenua, ma io continuo a non riuscire a capacitarmi del fatto che la maggior parte degli italiani, certe cose, non le noti, o ancora peggio se ne freghi.
Facciamo un passo indietro.
Poco prima delle ultime elezioni, inizia l’allarme criminalità.
In realtà l’allarme criminalità in Italia c’è sempre stato, ma l’onda viene cavalcata dai mezzi d’informazione, e dai politici in campagna elettorale.
Si fa una sorta di lavaggio del cervello alla gente che vede “il lupo cattivo” ovunque, come se prima, invece, avessero vissuto in una gabbia dorata.
Berlusconi sale al governo, la destra sfonda alle comunali di molte città.
Si crea un governo composto da gente assurda, che a guardarli in faccia ci si domanda da dove siano usciti.
Tra i personaggi di Berlusconandia c’è, come ministro della Difesa, La Russa(che fosse per me, manco il portiere del mio palazzo gli farei fare).
Bene, questo buffo personaggio propone di portare l’esercito in città, sempre cavalcando l’onda dell’emergenza criminalità.
Infatti La russa giustifica questa cosa dicendo:

"Questa proposta di impiego dell'esercito l'abbiamo fatta come An prima di arrivare al governo e l'abbiamo fatta in alternativa alle ronde verdi, tricolori, padane, siciliane o di ogni altro colore". Lo afferma il ministro della Difesa Ignazio La Russa in un'intervista a "Repubblica". "Il nostro messaggio e' chiaro: in Italia le ronde le fa solo lo stato, e se i cittadini eccezionalmente iniziano a discutere della possibilita' di passeggiare di notte nella loro citta' per contrastare la criminalita', lo stato ha il dovere di dire 'voi rimanete a casa, e' lo stato che si occupa della sicurezza e di controllare le citta''". A chi, come Chiamparino e di Pietro, gli rimprovera di scambiare l'Italia con la Colombia il ministro replica:" Chi parla di Colombia non gira per l'Italia, non sa cosa chiede la gente". Secondo La Russa, "c'e' una percezione di insicurezza maggiore nei quartieri di alcune citta'". "La mia proposta non e' la panacea per i mali della sicurezza degli italiani: e' una risposta immediata, la vedo come una soluzione tampone, che pero' non dobbiamo aver vergogna di utilizzare e che non va contrastata con toni ideologici da tragedia della democrazia". (fonte La Repubblica)
Agghiacciante la frase: LE RONDE LE FA SOLO LO STATO.

Bonaiuti gli fa eco dicendo:

"L'impiego dell'esercito risponde ad esigenze oggettive di sicurezza nelle strade e nelle piazze delle nostre citta'. La gente chiede piu' sicurezza e subito, il governo cerca di venire incontro a queste richieste". Cosi', intervistato dal Tg1, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, ha motivato l'intenzione del governo di utilizzare 2.500 soldati per garantire la sicurezza nelle citta'.” (fonte La Repubblica)

Peccato che il numero dei militari sarà irrisorio, rispetto al territorio, quindi irrilevante ai fini apparentemente preposti, e magari servirà solo a far abituare il cittadino alla loro presenza sotto casa, per non stupirsi quando poi li vedranno impiegati in altre azioni repressive (magari durante una manifestazione di protesta al governo).

Dunque, per la destra l’emergenza criminalità (montata a tavolino, perché ripeto, non è cosa nuova, e di certo non si risolverà così!), è un punto fermo.
Mi sono domandata però in questi giorni perché lo fosse così tanto.
Insomma, sicuramente per essere eletti è stata utilissima, ma adesso al governo ci sono, eppure continuano con questo polverone, con questo ruolo da padri protettivi.
Sfogliando il giornale, ho letto questo, ed ho sorriso (amaramente, perché è storia vecchia, per noi italiani):


"Sospendere i processi non necessari". Teso anche il Csm
Una norma può bloccare la sentenza sul caso Mills
Al via la norma salva-premier
preoccupazione al Quirinale
Mancino boccia i provvedimenti: "È necessaria una legge costituzionale"
di LIANA MILELLA

Al via la norma salva-premier preoccupazione al Quirinale
ROMA - Il Quirinale è preoccupato. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino altrettanto. Berlusconi lo sa, ma va avanti lo stesso.L'obiettivo è bloccare la sentenza del processo Mills dov'è imputato di corruzione in atti giudiziari. La strategia prevede due tempi: subito (oggi) un emendamento al decreto sicurezza, l'unico contenitore disponibile che gli può garantire la rapidità necessaria, per bloccare tutti i processi che "non destino grave allarme sociale" per i reati commessi fino al 2001 (come il suo). A seguire un disegno di legge per riproporre, con legge ordinaria, il lodo Schifani, inchieste congelate per le più alte cariche dello Stato. Mancino boccia entrambi i progetti. Del secondo dice: "Ci vuole una legge costituzionale". E delle priorità ai giudici per mandare avanti i dibattimenti per reati gravi e gravissimi: "Non sono mai stato di questo avviso perché scalfisce e attenua l'obbligatorietà dell'azione penale".

Saggi consigli, rischi di conflitto istituzionale, sconvolgimento dei processi in un'intera nazione, rottura con l'opposizione. Ma il Cavaliere mette in gioco tutto pur di evitare un'ipotetica condanna che, a parole, il suo avvocato Niccolò Ghedini continua ad escludere dal novero delle possibilità. E tuttavia, da una settimana, si lavora in modo febbrile per infilare nel decreto sicurezza la norma che proprio Ghedini aveva proposto sin da quando il governo ha cominciato a lavorare sul pacchetto. Un articolo che suona così: "Nella trattazione dei procedimenti penali e nella fissazione delle udienze è data precedenza ai processi con imputati detenuti e a quelli che abbiano messo in pericolo la sicurezza pubblica o che abbiano comportato grave allarme sociale".
Un diktat alle toghe. Simile a quello che il Csm fece negli anni Settanta per i processi di terrorismo. O come la circolare del procuratore Maddalena per i reati indultati. Mandare avanti i reati gravissimi, mafia e terrorismo, e quelli gravi, furti, rapine, violenze di ogni tipo. Tutto per rispondere all'allarme sicurezza, "come vuole la gente" insiste il Cavaliere. Reati commessi fino al 2001 (giusto come il suo), e quindi a rischio prescrizione, ma con la garanzia che la stessa prescrizione sia sospesa per legge. Restano fuori tutti i delitti dei colletti bianchi, e tra questi ovviamente anche la corruzione giudiziaria del presidente Berlusconi.

Nelle riunioni per definire il ddl sulle intercettazioni si parla anche di questo. Ne discutono tecnicamente Ghedini, il Guardasigilli Angelino Alfano, il ministro dell'Interno Bobo Maroni, l'aennina Giulia Bongiorno. Berlusconi insiste, vuole subito la sospensione e poi il lodo. Giovedì ne parla a pranzo con Bossi e Maroni. Propone che l'emendamento, assieme a quello sull'esercito, venga licenziato nel consiglio del giorno dopo. Una proposta del ministro della Giustizia, di per sé molto impegnativa. Ma ci si ferma su due perplessità non di poco conto. Una politica, se sia opportuno che proprio il governo faccia un simile passo, destinato a sollevare un vespaio. Una di contenuto: basta solo un'indirizzo di priorità alle toghe che lascia loro la discrezionalità di scegliere quali processi anticipare o è necessario bloccare comunque quelli non urgenti (corruzione e altri, leggi Berlusconi) per un anno? Lega e An sono molto perplessi sulla seconda via. Tutto si ferma. Alfano annuncia solo, a consiglio finito, che presenterà un emendamento per dare "la corsia preferenziale ai processi per gli infortuni sul lavoro". Stop. Poi un contentino ai giudici, anche i giovani uditori potranno fare i pm e i giudici nelle terre di frontiera.

Ieri hanno deciso. Non sarà il governo a presentare l'emendamento, ma un esponente del Pdl. Il nome più accreditato è quello di Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali e relatore del dl sicurezza. Ma potrebbe prevalere l'idea di affidarsi a un peones che, come avvenne per Melchiorre Cirami quando nel 2002 presentò la legge sul legittimo sospetto, alla fine darebbe il nome all'ennesima norma salva Berlusconi. Che, se gli indirizzi dell'ultim'ora di ieri saranno confermati, dovrebbe contenere sia l'indicazione delle priorità per i processi che la sospensione per un anno. Che potrebbe anche essere reiterata per altri 12 mesi. Berlusconi, del resto, ha poco tempo. Il processo Mills è agli sgoccioli. E l'accelerazione imposta dai giudici della decima sezione del tribunale di Milano lo preoccupa.
Venerdì è saltata una trasferta a Lugano perché un testimone della difesa, il banchiere Paolo Del Bue, ha presentato un certificato medico. Ma le udienze che mancano sono poche e, salvo ostacoli, la sentenza potrebbe arrivare prima delle vacanze. La sospensione dei processi serve come il pane. Poi ci sarà tutto il tempo per approvare un nuovo lodo Schifani. (fonte La Repubblica)

Ecco, adesso si spiegano molte cose…
Il solito governo Berlusconi, mi mancava.
Da un lato si grida all’emergenza criminalità, dall’altra si attacca o ostacola la magistratura, ed il tutto per salvare il culo sempre a lui. Berlusconi. L’uomo più traffichino del mondo, l’uomo che è entrato in politica per salvare se stesso ed i suoi affari.
E l’Italia dormirà sonni beati, perché la mentalità di molti è: “Chi se ne frega se è un corrotto, magna lui, ma fa magnare anche gli altri”.
Ed allora tenetevelo uno così, perché ve lo meritate.
Io, in un paese così, MI VERGOGNO di viverci.