lunedì 10 dicembre 2007

Luoghi Comuni

Ieri sera sono andata a Teatro, ed ho visto Luoghi Comuni, tratto dall'omonimo libro di Pino Corrias.
Lo spettacolo analizza tre fatti storici italiani (in realtà sarebbero quattro, ma non è stato messo ieri in scena quello interpretato da Lello Serao, riguardante mani pulite e Di Pietro).

Scenografia minimalista, un semicerchio con diverse sedie alzate, e solo tre posizionate per potersi sedere.
Su una delle tre, vi è seduto Pietro Valpreda, l’anarchico accusato (ingiustamente) all’inizio della strage di Piazza Fontana, interpretato da Renato Carpentieri, anche regista dello spettacolo.
Siede accanto a lui un giornalista, interpretato da Enzo Salomone, che racconta come sono andati i fatti in quel tragico 12 Dicembre 1969.
Si susseguono voci di notiziari dell’epoca, testimonianze, ricostruzione dei fatti e vari depistaggi, fatti all’epoca per coprire i veri autori dell’attentato che ha destabilizzato la politica di un paese, allora in cambiamento.
Erano anni di fermenti ideologici, che minavano un potere che voleva rimanere immobile, e che ha fatto di tutto per rimanere tale.
La televisione, i giornali, allora come oggi, ebbero il loro ruolo fondamentale per fare da cassa di risonanza a notizie false che dovevano passare, per mascherare la realtà dei fatti.
La seconda sedia è occupata dalla bravissima Anna Ferruzzo, è lei a narrarci il primo grande fenomeno mediatico, quello che racconta il salvataggio, fallito, del piccolo Alfredino, il bambino restato incastrato nel pozzo a Vermicino.
Per la prima volta la tv entra nelle case degli italiani con occhio indiscreto sulla tragedia, in una diretta durata quasi tre giorni.
Narra della disorganizzazione dei soccorsi, narra di come tutti, in quel dramma che si stava consumando, cercassero il loro momento di gloria, compreso l’allora capo dello Stato, Sandro Pertini, che con aria compassionevole si recò sul posto, e volle anche parlare con il bambino.
Tutti pronti ad essere in primo piano nella storia, protagonisti di quell’episodio, ma tutti incapaci di muoversi con cognizione di causa, perché in Italia non esisteva ancora un ente preposto alla salvaguardia dei cittadini. Solo dopo la tragica morte del bambino, la madre riuscirà ad ottenere che in Italia si formi La Protezione Civile.
L’ultima sedia, spetta a Federico Fellini, interpretato da Massimo Wettmuller.
Si rappresenta l’Italia di Cinecittà, quella dei sogni e delle speranze, quella dei grandi film, quella delle stravaganze dei grandi attori dell’epoca e di un uomo, Fellini, che ci ha fatto conoscere anche all’estero in un periodo d’oro del cinema italiano.
Dunque, uno spettacolo che dimostra, ricostruendo fasi della nostra storia, quanto la televisione abbia influenzato il modo di vedere e di vivere quelle vicende, come cita il commento dello locandina: “ Fino all’attuale, assurdo parossismo secondo il quale qualcosa è reale solo se ne apprendiamo l’esistenza attraverso la televisione.”
Uno spettacolo, questo, che fa riflettere, mettendoci in discussione come individui, come società, e soprattutto come …teledipendenti.
In un circuito, come quello campano, è bellissimo che ci siano attori e registi del genere, unica cosa negativa è che queste cose sono poco pubblicizzate.
Per questo motivo invito i campani a tenere d’occhio la programmazione del Teatro Area Nord, situato a Piscinola, perchè è importante la riqualificazione delle zone del hinterland napoletano, e di tenere d'occhio la programmazione degli spettacoli della Compagnia di Libera Scena Ensemble di Renato Carpentieri e Lello Serao, perchè sono davvero bravi!
Le notizie le trovate QUA.

un nuovo piccolissimo sentiero

Ieri ero in preda alla malinconia, correva l’anniversario di una cosa che l’anno scorso mi aveva fatto molto soffrire, ed a distanza di un anno, mi ritrovavo nella medesima situazione.
Cambiavano i nomi, ma la situazione era la stessa.
Mi sono incazzata con la vita, con il karma e con tutto ciò con cui potevo prendermela, compresa me stessa.
Oggi, poi, sono andata a vedere Renato Carpentieri in Luoghi comuni, al Teatro Area Nord, e dopo con gli amici siamo andati a bere sangria (ottima) in un locale che hanno aperto vicino casa mia, e sarà l’alcol, ma la vita mi sembra diversa!
Ho ripensato a come gestivo questa medesima situazione l’anno scorso, ed a come la gestisco adesso.
Non è vero che la mia situazione è identica ad un anno fa, per il semplice fatto che io sono cambiata, e che l’affronto in maniera diversa… e la malinconia è passata.
Certe volte ci sembra di percorrere strade che già conosciamo, che abbiamo già solcato, ed invece non è così.
Perché magari questa volta ci accorgiamo che c’è una piccola viuzza che non avevamo visto, un sentiero stretto, forse poco battuto, ma che può portarci lontano dalla strada già ripercorsa, nel labirinto della nostra vita.
Forse ritorneremo nuovamente là, sulla strada maestra, e ci sembrerà uguale, ma ci accorgeremo sempre che esiste una nuova svolta, forse poco illuminata, da prendere, e magari ci porterà verso uno slargo pieno di sole, o verso una salita, o una discesa, ma comunque sempre in un luogo nuovo, che non conoscevamo.
Perché, benché le strade sembrino uguali, non lo sono mai perfettamente, c’è sempre la possibilità della variante che non avevamo ancora considerato, ma che è salvifica.
La recensione sullo spettacolo teatrale, è rimandata a momenti più sobri di questo… ma la farò, perché la regia di Carpentieri, merita decisamente un commento per quanto riesce ad emozionare lo spettatore!
Ma non ora… adesso devo godermi la mia testa sopra le nuvole…