sabato 31 maggio 2008

Luce Luce

Io odio creare video, non so se è perchè ho un programma per farli che è una mezza schifezza, o se perchè detesto i tempi di attesa che ci vogliono per crearli.
Comunque, poiché sto sito di blog non permette di caricare mp3, ogni tanto creo dei video per far ascoltare canzoni che ho, ma non trovo su youtube.
Bene, il video è creato, ma al momento mi dice che non è visibile,dice di riprovare dopo...
Per ora lo metto qua, e vediamo se, prima o poi, farà "la grazia" di comparire anche a voi.
La canzone che volevo far ascoltare è Luce Luce, dei Cantodiscanto.
Provo un po' di dolce malinconia, ad ascoltarla, ci sono un sacco di ricordi collegati.
Un'estate di un paio d'anni fa, la voglia di abbandonare i dubbi e fare una follia, ed una conzone (questa) spesso in sottofondo.




Bocca di rosa

Una versione di Bocca di rosa, del grande De André, cantata e reinterpretata folcroristicamente dal grande Peppe Barra.
Divertentissima!

Buon ascolto e ...buona danza!


mercoledì 28 maggio 2008

La Musica in testa




Capitano dei giorni in cui ti senti fragile, completamente disarmata davanti al mondo.
Accade questo perché ricevi, contemporaneamente, una serie di stimoli dall’esterno.
Una serie di situazioni, piacevoli e non, si accavallano e mentre trovi la forza per reagire ad una di queste, ne subentra subito un’altra.
Allora il tuo animo altalena tra un sussulto e l’altro e ti senti, appunto, disarmata.
Quando provo sensazioni così, m’immergo nella lettura, è l’unica cosa che riesce a distrarmi, a farmi ritrovare il mio equilibrio.
Il libro che stavo leggendo però non era quello giusto (ogni libro ha un suo momento ed un suo perché di lettura), troppo angosciante, per un libro del genere devi stare bene, devi avere la testa leggera, se no è come affossarti ancora di più. Allora l’ho messo da parte, e ne ho iniziato un altro, uno che ho comprato per caso un paio di giorni fa.
Ero andata alla Fnac per sentire Allevi, scoprendo che in realtà non era là per suonare, ma per presentare un libro che ha scritto: La Musica in testa.
Allevi mi piace molto come artista, perché oltre a fare bella musica, si sente che ci mette il cuore.
E’ un personaggio simpaticissimo, pieno di fobie, di manie, è una persona davvero alla mano ed ha sempre una parola buona per tutti, insomma, è uno scoppiato, appunto, quel genere di persona che piace a me.
Inoltre, nonostante il grande successo di pubblico, non se la tira assolutamente!
Il libro l’ho acquistato “per affetto” verso di lui, non credevo che fosse un grande scrittore, non credevo di poter trovare qualche frase che arrivasse dritta al cuore, che mi facesse pensare “Cazzo, la penso esattamente come te!”, ed invece mi sono dovuta ricredere, quando ho letto questo:

“Non bisogna mai aver paura di rompere le regole, se è il nostro cuore a chiederlo. Mai temere di destabilizzare un sistema: è nella sua natura la necessità di cambiare. Ma soprattutto bisogna sempre trovare il coraggio di esporsi, di osare, di mettersi in gioco: è un dovere dell’artista!”

… ed io aggiungerei di ogni essere umano.

martedì 27 maggio 2008

Funeral Party 2

Cosa succede a fare le ore piccole nel web?
Succede che si ricevono queste piccole perle d'ironia che sono il seguito perfetto per il post precedente...

My Girlfriend's dead - The Vandals


domenica 25 maggio 2008

Funeral Party ( ...non il film! )


Ieri sono stata ad un funerale, e con altri amici presenti, dopo, si è parlato del rito funebre e della sua importanza per elaborare un lutto.
Che tu sia cattolico, o credente in un’altra religione, o anche ateo, un rito funebre chiude un cerchio, aiuta nell’accettazione dell’evento.
Si parlava anche di come un rito funebre potesse aiutare le persone nella perdita di un animale (a suo modo un compagno di vita).
Oggi riflettevo su questa cosa e sul web ho trovato storicamente, e nelle varie culture, il significato del rito funebre:

- L’ ufficializzazione alla comunità della dipartita,
- il richiamo a specifiche concettualità etiche o religiose della comunità di appartenenza,
- il giudizio sul defunto,
- l'espressione di solidarietà alla famiglia.

(interessante questo link su wikipedia, v’invito a leggerlo )

Allargando il discorso all’elaborazione di un lutto, visto come una perdita affettiva, ho riflettuto sulla perdita di un amore, non per cause naturali, ma come fine di un amore: l’abbandono subito.
Perdere un amore è un lutto, e come tale necessita di essere elaborato. Forse necessita di un rito funebre, affinché questa elaborazione inizi.
Mi sono domandata, allora, quali riti funebri ho usato per superare un disamore e se il non utilizzo di questi riti, in alcuni casi, mi abbia reso più difficile, emotivamente, il distacco.
Ricordo che dopo un grande dolore per un abbandono, feci una busta piena di roba regalatami da lui, tutti i regali, tutti i ricordi, e la buttai in un cassonetto. Il gesto fu molto liberatorio, in quel momento avevo compiuto, inconsapevolmente, il mio rito funebre a quell’amore.
Altre volte ho cancellato centinaia di sms conservati, e numero di telefono dal cellulare. Anche quello a suo modo era un rito funebre.
In altri casi, questa forza di “cancellare” o di “buttare” non l’ho avuta, e ho mantenuto un legame emotivo, con quella persona. E’ come se non fossi riuscita a sentirla come morta, ma solo in “coma vegetativo” in attesa del “miracolo del risveglio”.
In quest’ultimo caso, la ripresa della vita normale, intesa con completezza, con l’abbandonarsi emotivamente a qualcun altro è stata dura, molto più dura di quando ho celebrato, a mio modo, un inconsapevole rito funebre.
Cosa ci porta allora a non avere la forza, in certi casi, a mettere in atto un rito funebre?
Perché non riusciamo a mettere una fine emotiva a qualcosa, e continuiamo a restare attaccati a qualcosa che non c’è più? Ci diciamo che siamo ancora innamorati e che non riusciamo a dimenticare.
Ma anche quando celebriamo un simbolico rito funebre, l’amore non si spegne dall’oggi al domani, semplicemente decidiamo, fermamente, di andare avanti… da soli.
Allora nel caso in cui non abbiamo la forza di celebrarlo quel rito funebre, vogliamo rimanere legati ad una speranza di un ritorno, oppure, più semplicemente, ci tuteliamo per paura di nuove sofferenze date da un nuovo amore?

“Solo coloro che si tengono lontani dall’amore possono evitare la tristezza del lutto. L’importante è crescere, tramite il lutto, e rimanere vulnerabile all’amore.”

John Brantner

Infinitamente...GRAZIE!


Ascoltavo Angelo Branduardi quando ero una bambina.
Una delle mie sorelle mi aveva passato questa passione.
Stringevo tra le mani i dischi in vinile, e guardavo le figure degli lp.
Mi piacevano da morire le storie che raccontava.
C’è chi ascolta le favole della nonna, io ascoltavo Branduardi.
Ieri sera sono andata a vederlo, per la prima volta, dal vivo.
Un’esperienza davvero emozionante.
Ho scoperto che oltre ad essere un grande violinista, è anche una persona simpaticissima, autoironica, gentile, disponibile, insomma una gran bella persona.
Mi ha fatto uno strano effetto sentire quelle canzoni ascoltate da bambina, ieri sera cantate dal vivo e ballate con i miei amici.
Come un cerchio che deliziosamente si chiude, e che si riapre per crearne un altro, formando così il segno dell’infinito.

mercoledì 21 maggio 2008

Che schifo!

Al tg 1 mandano un video di una retata di trans in un quartiere romano.
Dopo i Rom... I Trans...
Il modo, la durezza con cui è fatta questa retata, l'indifferenza del giornalista che la presenta, la "giustizia fai da te" di questi cittadini per bene ( si fa per dire!) ,il povero trans che giustamente grida "NON SONO UN ANIMALE", tutto mi fa venire in mente una sola parola:

CHE SCHIFO!


mercoledì 14 maggio 2008

La Ladra di Libri


Scrivo questa recensione sapendo di non riuscire, pienamente, a farvi capire le emozioni che ho provato leggendo questo libro, ma devo farlo, perché mi ha scombussolato l’anima e devo esternarle in qualche modo. Se lo farò male, pazienza, ma credetemi questo libro va letto, è uno dei più emozionanti che ho letto in questi anni.
Ci troviamo in Germania all’inizio della seconda guerra mondiale.
A narrarci questa storia è un personaggio onnipresente nei secoli, passati e futuri, un personaggio che a quei tempi, più che in altri è stata presente in tutto il mondo: la Morte.


“ In tutta sincerità, mi sforzo di prendere la faccenda allegramente, anche se, a dispetto delle mie proteste, la maggior parte delle persone trova difficile credermi. Per favore, fidati di me. Posso davvero essere allegra. Posso essere amabile. Affettuosa. Affabile. E queste sono solo le parole che iniziano per A. Non chiedermi però di essere bella: essere bella non è da me.”

"Non è che una delle miriadi storie che porto con me, ognuna a suo modo straordinaria. Ciascuna di loro rappresenta un tentativo - un faticoso tentativo - di dimostrarmi che la vostra esistenza di uomini vale la pena di essere vissuta.
Eccola qui. Una tra tante.
La ladra di libri.
Se ti fa piacere, vieni con me. Ti racconterò questa storia.
Ti mostrerò qualcosa."

Ci conduce, dunque, per mano e con fare compassionevole, ironico, crudo, poetico, ci narra la storia di una bambina, la Ladra di libri, ragazzina che ama e odia le parole, perché la forza delle parole (di Hitler) ha portato la Germania in guerra, ma saranno stesso le parole che riporteranno un po’ di speranza e di umanità là dove tutto è disumano.
Insieme alla storia della Ladra di libri, ci viene raccontata la storia dei personaggi che ruotano intorno a lei in quegli anni:
Il padre adottivo, dagli occhi argentati che l’aiuta ad ambientarsi nella nuova casa, che fa promesse che mantiene, che suona la fisarmonica, che regala un tozzo di pane ad un vecchio ebreo deportato, rischiando la sua vita.
La madre adottiva, donna tozza, con fare burbero, ma con un cuore grande, come poche persone.
Il suo migliore amico, Rudy, compagno d’avventure e scorribande, amore della sua vita, bacio promesso.
Max, un pugile ebreo, dai capelli come piume d'uccello, nascosto nella loro cantina, che disegna “parole” per lei.
E tanti altri ancora, piccoli, poetici personaggi di un libro meraviglioso.
La Grande Guerra fa da sfondo, con tutti i suoi orrori, le deportazioni, la fame, la sofferenza, ma c’è anche un mondo di ragazzini che giocano, che cercano di cogliere dalla vita il meglio che gli possa dare in quel momento storico.
Viene mostrata un’altra Germania, non solo quella dei nazisti, ma quella delle persone perbene, quella di chi vorrebbe aiutare gli ebrei, di chi ha rifiutato la tessera pur perdendo il lavoro, di chi preferisce arrangiarsi dignitosamente piuttosto che essere complici di un abominio.
E’ un libro intenso, durante tutta la lettura, tra un sorriso e l’altro (perché è anche molto ironico) avevo un nodo alla gola, fino alle ultime pagine, in cui il nodo s’è sciolto in un pianto liberatorio.
Leggevo e piangevo, piangevo e leggevo, perché non riuscivo a staccarmi da quelle pagine, intense, profonde, tenere.
Quando non piangevo per il dolore di alcuni avvenimenti, piangevo per la commozione di altri più lieti, sino all’ultima pagina.
Altro non potrei dirvi su questo libro, se non di leggerlo.
Il titolo originale del libro è La Ladra dei libri, molto più azzeccato di quello affibbiato dai traduttori italiani che è, invece: La Bambina che salvava i libri, di Markus Zusak.

martedì 13 maggio 2008

Due Anime




Due anime s’incontrarono come lucciole nel tempo.
Una era stata sempre sola.
L’altra non lo era mai stata.
Due anime s’incontrarono come il tramonto e la notte.
Si guardarono,
si attraversarono
e solo in quel momento vissero.
Due anime s’incontrarono come le radici e la terra.
Da allora una cerca sempre, per ritrovare.
L’altra aspetta per non dimenticare.




Questa poesia l’ho scritta anni ed anni fa, ero ragazzina.
L’ho ritrovata, quasi per caso, giorni fa.
Ricordo che quando la scrissi non la sentivo mia, mi piaceva pensare però ad una storia d’amore così.
Le ragazzine romantiche adorano le storie d’amore struggenti, forse sono insite nel proprio dna, o forse a furia di vedere Lady Oscar, e Candy Candy, ci restano un po’ dentro.
Mai avrei pensato che, a distanza di anni, questa poesia sarebbe ritornata tra le mie mani, ed alla mia mente, in un periodo in cui mi sento come un palloncino che vorrebbe volare, ed invece è legato tramite una corda a dei sassi, che lo tengono ben piantato al terreno.
Un’anima, mai stata sola, che adesso aspetta per non dimenticare.

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E’ che a me 'sto tempo mette di cattivo umore!

sabato 10 maggio 2008

Candele



Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde e vivide.

Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.

Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto,
la memoria m’accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.

Non mi voglio voltare, ch’io non scorga, in un brivido,
come s’allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.


- Costantinos Kavafis -


venerdì 9 maggio 2008

Ciao Peppino




Giuseppe Impastato: nato a Cinisi il 5 Gennaio 1948, ucciso dalla MAFIA il 9 Maggio 1978.

mercoledì 7 maggio 2008

Peace & Love

Mentre osservavo i ministri del nuovo governo Berluska (Eccoli), domandandomi dove si nasconde L'Intelligente (alla Giallappa's), ho pensato che avevo bisogno di una grande dose di qualche stupefacente, per annebbiare la mia coscienza.
Mi sono detta: con che cosa mi drogo?
Maria?
Hashish?
Eroina?
Cocaina?
Ma no! Voglio la stessa droga che danno a chi, in Campania (Bertolaso ora, altri prima), decide i siti per le discariche.
Perché deve essere proprio forte e buona se uno, dopo averla presa, decide di voler fare una discarica praticamente in città, in un parco naturale, il secondo nostro polmone verde, e vicino ad uno dei più grandi centri ospedalieri del napoletano!


Peace & Love a tutti

martedì 6 maggio 2008

giovedì 1 maggio 2008

1° Maggio 1947



La prima strage della strategia della tensione in Italia.
La strage di Portella della Ginestra.