lunedì 12 ottobre 2009

I Monologhi della Vagina


“ La clitoride ha uno scopo puro. E’ l’unico organo del corpo umano designato esclusivamente al piacere. E’ solo un fascio di nervi, per la precisione 8000 fibre nervose: la più alta concentrazione di fibre nervose di tutto il corpo, compresi i polpastrelli, le labbra e la lingua, e due volte… due volte superiore a quella presente nel pene. Chi ha bisogno di una rivoltella, quando ha a disposizione una semiautomatica? “

Questo libro mi è capitato per caso tra le mani. Giravo tra le bancarelle dei libri in offerta e lui era lì.
Avevo sentito parlare dei Monologhi della vagina per le sue diverse rappresentazioni teatrali, ma non ne ho mai vista una, pur incuriosendomi.
Quando ho comprato il libro non sapevo bene cosa aspettarmi, forse qualcosa nello stile Litizzetto, un po’ dissacrante, certamente ironico ed invece è stata una rivelazione perché mi sono trovata davanti ad un libro che è molto di più.
E’ un inno alla femminilità, un grido contro la violenza sulle donne, un incitamento a riappropriarsi di se stesse in tutto il proprio essere emotivo, fisico, sociale.
Un testo di amore verso la vagina, così troppo spesso umiliata dalla cultura maschilista e religiosa, violata durante l’infanzia, tra le mura domestiche, durante i conflitti bellici ed in migliaia di altre occasioni. La vagina vista nella sua totalità, appartenente al corpo, esattamente come ne fa parte un braccio, una gamba, il cuore, la mente.
Sotto certi punti di vista sono una donna fortunata.
Vivo in una società in cui le lotte femministe ci hanno almeno fatto riappropriare del nostro corpo e del piacere che ricaviamo da esso.
Non ci sono pratiche d’infibulazione, nel mio paese, non dobbiamo girare coperte con un burqa, non dobbiamo sposarci per avere rapporti sessuali, non finiamo “all’inferno” se pratichiamo l’autoerotismo, ma quanta strada ancora dobbiamo fare per essere delle Donne e per avere rispetto della nostra Vagina.
Sottilmente ( anche non sottilmente, se guardiamo l’Italia nel suo insieme e nelle varie realtà sociali ) ancora c’è una mentalità maschilista che ci circonda, tacitamente accettata un po’ da tutte.
La liberazione della vagina, come totalità del nostro essere, è ancora lontana.
Siamo in una fase di mercificazione.
La libertà sessuale è intesa come consumistica, la filosofia dell’usa e getta, sia maschile che femminile.
In un precariato sociale, lavorativo, c’è anche quello emotivo, affettivo e sessuale.
Questo libro, dunque, fa riflettere sul valore che bisogna dare a se stesse, nella propria totalità ed in quest’ottica la vagina è una scoperta preziosa per noi stesse ed un regalo da fare, nella sua totalità, al genere maschile nel momento in cui sa amarla e rispettarla.