venerdì 16 novembre 2007

Chi trova un Amico...

"La vera amicizia non è schiava del tempo e dello spazio, la distanza materiale non può separarci davvero dagli amici!"
- Richard Bach -

Forse ha ragione chi pensa che le vere Amicizie, sono quelle che nascono tra i banchi di scuola.
Ti trovi, a quell’età, a condividere le prime esperienze della tua vita.
Le prime cotte, i primi timori per le interrogazioni, i primi dubbi dell’adolescenza, le prime ribellioni verso i genitori e verso la società.
Queste cose io le ho condivise tutte con la mia compagna di banco e di vita del liceo, che ora vive a Bologna.
Ricordo la prima canna fumata insieme, in un treno che ci portava alla nostra prima manifestazione nazionale.
Ricordo i compiti di matematica che le passavo di stramacchio, con il professore che non ci poteva passare sul fatto che lei, allo scritto aveva buoni voti, ma all’orale andava male… ed i suggerimenti che, invece lei, mi dava nelle ore di Filosofia per farmi prendere una sufficienza da quella bastarda della professoressa, che adorava lei, ed odiava me…
Ricordo i primi filoni, passati in biblioteca a studiare (eravamo persone morigerate… filone si, ma doveva essere costruttivo e non all’insegna del divertimento, che la nostra coscienza doveva essere un po’ risciacquata!)
Ricordo la prima vacanza fatta insieme al campeggio Mille Pini, di cui ho già parlato qua. Ricordo quando all’occupazione del Miranda, ci trovammo a dover fronteggiare un gruppo di Punk a Bestia, con i nomi più strani del mondo: Foca, Puffo, Palli Palli.
Ricordo i salvataggi di tanti cani per strada, e ricordo i pranzi a casa sua con sua mamma che la chiamava (e la chiama ancora) con un tono di voce che imitavo alla perfezione. Ricordo quando sua mamma le diceva: “Guarda la tua amica, com’è curata, gli orecchini intonati alla maglia, e tu invece sempre vestita da stracciona” e lei di rimando le faceva notare “Si, ma vedi bene che ne ha QUATTRO di orecchini per lato!!!” e la mamma inorridita rispondeva: “Ah”.
Oppure mio padre, che quando lei mi chiamava al telefono, invece di dire, “si un attimo che te la chiamo”, appendeva direttamente la cornetta, e lei aveva imparato a capire che era il suo modo “gentile ed educato” per dire “attendi in linea”…
Ricordo tutto, ma proprio tutto, e lo tengo stretto dentro di me.
Crescendo ho avuto tante altre amiche ed amici, persone che mi sono state molto vicine in momenti della mia vita, persone che stimo e a cui voglio molto bene, alcune delle quali frequento o sento ancora, altre le ho perse di vista, ma un’Amicizia come quella che ho provato per la mia Amica del liceo, negli anni non l’ho più provata.
Così a distanza di anni e di chilometri, io la sento vicina… sempre.
Non glielo dico spesso che le voglio un mare di BBENE ASSAJE, ma lei lo sa.
Oggi mi sono sentita tanto capita, nella mia follia, che lei conosce e sa che non è follia, ma che è… un sacco di altre cose, ma non follia. Solo con lei, riesco a ridere di me, in maniera così TOTALE. Perché ci conosciamo perfettamente, sappiamo il passato di ognuna, il presente e forse intuiamo il nostro futuro (in una clinica geriatrica, circondate da animali salvati, per lo più da lei, perché io in quel caso farei il ruolo del “poliziotto cattivo”: "NO, NO, e NO…. Anche lo scimpanzè dello zoo NON POSSIAMO TENERLO!!! Uff… e vabbè, fai come vuoi, ma io le banane non gliele sbuccio!")
Inosmma…
Ti voglio BENE… ManzI!!!

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