domenica 13 gennaio 2008

Lacrime



“Pare che le lacrime siano nate nel corso dell’evoluzione della specie, e precisamente nel momento in cui i pesci lasciarono le profondità del mare, e comparvero sulla terra i primi anfibi, che avevano la necessità di mantenere sempre umido il cristallino dell’occhio, non trovandosi più costantemente in acqua. Nacquero così le lacrime basali.
Ciascuno di noi ne sviluppa quindici centimetri cubici all’anno. Esse non si trasformano mai in goccia vera e propria, e servono in sostanza a tenere umido l’occhio.
Esistono poi le cosiddette lacrime riflesse, quelle che sgorgano in seguito a un fenomeno esterno, per esempio quando un granello di polvere entra nell’occhio, o quando si affetta una cipolla.
E infine le lacrime emotive, dette anche psicologiche, che dipendono da fattori appunto emotivi.
Nelle lacrime si ritrovano circa centotrenta sostanze diverse. Le lacrime basali e riflesse differiscono completamente per composizione da quelle emotive.
Le lacrime emotive contengono più proteine, più potassio e manganese. In particolare il manganese è presente per il trenta percento in più.
Dal momento che il manganese si trova in abbondanza nel cervello dei depressi, forse il pianto ha funzione di alleviare la depressione, poiché consente di espellere il manganese in eccesso. Inoltre nelle lacrime versate per emozione è presente in abbondanza l’ormone adrenocorticotropo, che è un ormone indicativo dello stress.
Nessuno sa ancora se, tra le lacrime emozionali, le lacrime versate per amore abbiano una composizione differente da quella delle lacrime versate, per esempio, per la morte di una persona cara, o per rabbia, o per commozione mentre si legge un libro o si vede un film.
E nessuno a oggi può dire veramente a cosa servano le lacrime d’amore.”

Tratto da - Cronaca di un disamore - di Ivan Cotroneo.



Dovrebbero scendere, dovrei sentirle salire su, prima pizzicarmi gli occhi, poi annebbiarmi la vista ed infine bagnarmi le guance.
Dovrebbero dare voce a quel nodo che ho in gola, a quel senso di vuoto che ho in petto, eppure non ci sono.
Forse arriveranno, improvvise, inattese.
Useranno, come scusa, una banalità e finalmente si libereranno,
ed io avrò pace.
Magari potrei uscire fuori, la pioggia, bagnandomi il viso, le farebbe sentire meno timorose di mostrarsi, anche a loro stesse.
“No, non sono lacrime, è pioggia” direi e complice del loro pudore, le lascerei uscire.
O forse, lacrime da versare non ci sono, perché il silenzio che ho nel petto ha origini ancora ignote, sfugge il motivo per cui lo si sente, ed allora perché dargli voce, se motivo non c’è, o se c’è, non lo si vuole ancora vedere?
Ed allora taccia il nodo in gola, rimanga inespresso il mio vuoto in petto ed asciutti in miei occhi, tutto ha il suo tempo.

3 commenti:

Baol ha detto...

De Andrè tanto tempo fa scriveva:
"Per strada tante facce
non hanno un bel colore,
qui chi non terrorizza
si ammala di terrore,
c'è chi aspetta la pioggia
per non piangere da solo,
io son d'un altro avviso,
son bombarolo."
Se non riesci a piangere ridi, fai squillare il sorriso in faccia a tutti i mali :)

Anonimo ha detto...

.......Sará che non é un bel periodo e che le lacrime son compagne continue e giornaliere, sará il tempo brutto con fitta nebbia e cielo grigio, ma avere qualcosa per cui ridere per me é dura....vorrei solo eliminare sto manganese dalla mia testa, magari mi aiuta aritrovare l'ottimismo!!! :-)elena_alf

Elisewinfox ha detto...

@Baol: grazie per le belle parole di De Andrè!
E' che sono metereopatica... ma il sole torna sempre ;-)
@Elena_alf:
Basta inziare da un sorriso.. poi piano piano si ricomincia a ridere di gusto! :-)