martedì 21 dicembre 2010

Oh oh oh oh.... Merry Christmas!!!


Questo e’ il primo Natale che passo lontano dalla famiglia. Ebbene si, alla mia veneranda eta’ non e’ mai capitato di allontanarmi il giorno di Natale, e la cosa mi fa un certo effetto.

Sara' il Peter Pan che e’ in me, ma non partecipare al cenone della vigilia insieme alla mia numerosa e rumorosa famiglia, non essere presente all’ assalto dei doni, alla classifica del regalo piu’ inutile, mi manchera’ non poco.

Eppero’ poi, quando mi rigiro in queste notti fredde nel lettone sotto al piumone e sento due forti braccia che mi avvolgono, oppure al risveglio la mattina quando vedo i suoi occhi verdi che mi sorridono, non posso fare a meno di sentire che l’unico luogo in cui vorrei essere e’ quello dove sono esattamente ora.

Vi faccio i miei piu’ calorosi auguri di un BUON NATALE, dalla Calabria con furore.

venerdì 29 ottobre 2010

Assaje bbene

E lo so che certe cose sono adolescenziali, ma... fa nulla!
E' tanto bello certe volte, anche alla mia veneranda età, lasciarsi andare al romanticismo dell'Ammor' che fa bene, alla salute, alla pelle, all'anima!
Quindi, io lo pubblico, perché questo è il mio angolo del cuore, e non può mancare questo pezzo di cuore.


domenica 24 ottobre 2010

Le apparenze ingannano



Bellissima questa donna.
Ma sarebbe altrettanto bella questa immagine, se la donna si bucasse la
vena con una siringa, per farsi la dose di EROINA quotidiana?
Ovviamente NO.
Eppure è questo che è la NICOTINA, una DROGA, ed anche tra le più subdole, perché provoca da subito una forte dipendenza.
Alle multinazionali non conviene mostrarla in questo modo, cioè per quello che è, una droga.
Meglio associarla ad immagini belle, misteriose, sensuali.
A chi importa se i polmoni, le arterie, l'intestino etc. di noi fumatori,
tossicodipendenti, si riempiono all'interno di MERDA che inaliamo?
Meglio mostrare un'apparenza bella, rassicuarante e accattivante.
Se, ogni volta che vi accendete una sigaretta, pensaste che vi state bucando la
pelle per iniettarvi eroina, lo fareste con altrettanta disinvoltura?
Io no.

martedì 3 agosto 2010

La condivisione degli attimi


Penso che l'intimità maggiore con il proprio uomo si raggiunga quando si dorme insieme.

Intendiamoci, non è il primo uomo con cui dormo, ma è il primo che mi rendo conto di Amare tanto, da come ci dormo insieme.

Non partirò con le frasi melense del tipo “passiamo tutta la notte abbracciati”, perché non è così. Siamo entrambi insofferenti durante il sonno.

Lui russa, e quindi per darmi meno fastidio, si mette su un fianco.

Io ho la fortuna che una volta preso sonno ( e mi ci vuole veramente poco!), poi non sento neanche le cannonate, ma per prendere sonno, anche io sono abituata a mettermi su un fianco.

Così, le nostre ore di sonno iniziano culoaculo.

Durante la notte, poi mi muovo spesso, e cerco un contatto maggiore con lui, non lo faccio consciamente, è che probabilmente ho bisogno di sentire che c'è, che è lì con me, che non è un sogno, così inizio ad invadere la sua parte di letto.

Una notte mi ricordo che spinto, involontariamente da me, ai bordi del letto, mi ha detto dolcemente “Amore, potresti farti un po' più in là?” Io svegliata dal mio profondissimo sonno ( e non so come ci sia riuscito, poverino!) ho aperto un occhio, ed ho pensato lucidamente “Ma che vuoi?! Io sto nella mia parte, hai tutta l'altra metà del letto a tua disposizione!” Poi ho allungato il braccio verso la parte che spettava a me, ed ho visto che effettivamente, io ero totalmente nella sua metà! Quindi ho mugugnato un “scusa ...” e sono strisciata nella mia zona, permettendogli di assumere una posizione meno angusta.

L'ultima volta che era da me, dormivamo nel mio letto ad una piazza e mezza, quindi molto vicini.

Il mattino dopo mi ha raccontato che si era alzato per andare in bagno, durante la notte, ed al suo ritorno io mi ero appropriata di tutto il letto. Per non svegliarmi, si era adagiato su un altro letto, in un'altra stanza, in attesa che si liberasse uno spazietto sul mio, per riaccoglierlo.

Io gli ho chiesto: “Ma scusa, non potevi svegliarmi?” e lui, dolcemente, “Dormivi così bene...”.

Un'altra volta ancora, al mattino, il mio posto era stato preso dal La Smilza, che abitualmente quando non c'è lui, dorme sul letto con me, ai piedi.

Erano là.

Lui, il mio Amore.

Lei, l'altro mio Amore.

Entrambi accoccolati ed addormentati.

Ecco, sono questi momenti che mi fanno sentire profondamente l'Amore che provo.

E' il sapere che una persona condivide un momento con te, in cui sei totalmente indifesa e lo fa con dolcezza e premura, prendendosi cura di te, anche mentre dormi.

giovedì 8 luglio 2010

Chi ha spostato il mio formaggio?


Questo libro mi è stato consigliato da una cara amica.

L'aveva letto in un pomeriggio alla Feltrinelli e per lei è stato illuminante.

L'ha aiutata a trovare la forza per un cambiamento e per questo motivo mi ha incuriosito.

Sono sempre affascinata dalle letture che per alcuni sono rivelatrici, poi il discorso del cambiamento, della mutazione, sarà che lo sto vivendo, ma mi interessa ancora di più in questo momento di vita.

Narra la storia di due topolini e di due gnomi che si nutrono di formaggio, vivono felici in un deposito, abbuffandosi, senza preoccupazioni.

Un bel giorno trovano il deposito vuoto.

Niente più formaggio per loro, così sono costretti ad affrontare il cambiamento, ognuno con le sue metodiche.

I topolini, esseri semplici, si mettono subito alla ricerca di un nuovo formaggio.

I due gnomi, affrontano la cosa in maniera diversa.

All'inizio si avviliscono e decidono di aspettare che qualcuno gli riporti il loro adorato formaggio, ma nessuno lo fa, il tempo passa e la fame aumenta.

Così uno dei due, decide di affrontare il cambiamento, di superare la paura dell'ignoto e di mettersi alla ricerca di un nuovo formaggio.

L'altro resta, ed aspetta arrabbiandosi con la sorte che gli aveva sottratto il formaggio a cui era abituato ed affezionato.

Questo, non è stato un libro “illuminante" per me, già da tempo sono in cerca del mio formaggio. Ne trovo pezzetti lungo la strada che mi rincuorano, e che mi invogliano a continuare il cammino che ho intrapreso, alla ricerca del mio deposito, situato in qualche parte nel labirinto della vita. Mi ha fatto piacere, però, leggere pensieri che erano già miei o che ho fatto miei in questo percorso di scoperta di me stessa e delle mie potenzialità.

Per esempio che la paura che ci blocca nel cambiamento è quella d' immaginarsi mostri sempre più grandi di quelli che incontreremo poi nella realtà.

Oppure che niente è più frustrante nella vita che restare fermi, in attesa che qualcosa accada.

Se vogliamo qualcosa dobbiamo lavorare per ottenerla, che sia un rapporto d'amore soddisfacente, o una prospettiva di lavoro migliore, o qualunque cosa desideriamo nella nostra vita.

La ricerca, il movimento, il mettersi alla prova è già gratificante di per sé, al di là dei risultati, perché ci fa prendere fiducia in noi stessi, dà un senso alla nostra esistenza.

Ed ancora, che non bisogna avere paura di guardare in faccia la realtà, qualunque essa sia, perché ci aiuta a fiutare i cambiamenti, ed ad essere preparati ad essi quando arriveranno, perché nella vita tutto è mutevole e guai se così non fosse.

Dunque questa breve libro è interessante nel suo messaggio, ma purtroppo è stato strumentalizzato da manager di azienda che lo regalano ai loro lavoratori durante le convention per motivarli nei cambiamenti.

Viene utilizzato per il suo messaggio di mobilità, equivalente, secondo loro, alla flessibilità lavorativa.

Oggettivamente, in una società che funziona, la flessibilità lavorativa sarebbe un ottima cosa.

Crescere nel e con il lavoro, essere sempre pronti al cambiamento, migliorare le proprie attitudini e potenzialità, mettersi in gioco a qualunque età.

Stimolante come idea, all'estero forse questo accade davvero, ma è poco realistica nella nostra società italiana.

Flessibilità, da noi e solo sinonimo di disoccupazione, di contratti a tempo determinato, e di un loro mancato rinnovo.

Flessibilità è sinonimo di non avere garanzie lavorative, di non avere malattie pagate, di non avere maternità o ferie retribuite.

Flessibilità da noi, vuol dire piegarsi a novanta gradi per portarsi quattro spiccioli a casa.

Per questo motivo in una società del genere, regalare questo libro ad una convention mi sembra una grande presa per i fondelli, un modo per dirci: “State buoni, zitti, guardate che la flessibilità, il mutamento, il cambiamento, sono tutte cose belle, stateci dietro e vedrete che otterrete grandi cose da voi stessi” mentre, in realtà, l'unica cosa che vogliono ottenere è negarci il nostro diritto fondamentale: un lavoro continuativo, quello che ci permette di fare progetti di vita, di pensare ad una casa, ad una famiglia, alla salute, alle ferie, senza sentirci sempre con l'ansia del “Ce la farò? Riuscirò ad arrivare a fine mese?”.

C'è una cosa che non hanno calcolato però, che questo libro incitando alla ricerca del nostro formaggio, ci fa anche capire che questo formaggio lo possiamo trovare ovunque, non è detto che dobbiamo restare ancorati ad una società che ci offre poco o nulla. Possiamo esplorare il labirinto della terra, fino a quando, anche a cent' anni, non saremo riusciti a trovare il nostro, fantastico, unico e meraviglioso formaggio.

Dunque, ad ognuno di noi...

Buona ricerca del proprio fantastico formaggio!

sabato 3 luglio 2010

That's Amore




"When the world seems to shine like you've had too much wine...
That's amore "

mercoledì 23 giugno 2010

Il mio Puzzle

Rimettere in ordine i tasselli del proprio puzzle non è facile.

Ma piano piano tutto sta prendendo forma, con fatica e volontà.

Non importano i risultati, quelli prima o poi arriveranno, l'importante è provarci.

L'importante è essere in movimento per costruire qualcosa.

Quando ho preso la scatola del puzzle,mesi fa, non ricordavo più qual era l'immagine che dovevo comporre.

C'erano pezzi montati, altri sparsi.

Adesso piano piano, tutto prende forma.

A volte mi confondo, provo ad inserire un pezzo, ma non è quello il suo posto.

Allora tiro un lungo sospiro ed aspetto, mi dedico ad un'altra parte del puzzle, e poi quel pezzo che prima non andava, riesco a collocarlo al posto giusto.

Ci vuole pazienza e combattività.

Tirare le unghie fuori, per se stessi, per comporre il proprio puzzle.

“Buona notte Amore” … un altro pezzo del puzzle che perfettamente e meravigliosamente s'incastra con gli altri.


sabato 8 maggio 2010

La sabotatrice di me stessa


Chi lo dice che amare è semplice? Chi è quel grande genio che dice che nasce tutto naturale? Indicatemelo, che gli sommergo la casa di baci perugina!

Amare è la cosa più difficile di questo mondo. Amare è accettare l' interezza con pregi e difetti. Amare è dare libertà, fiducia e rispetto.

Amare è mostrarsi nudi con l'anima piena di mediocrità e con qualche brandello di luce.

Amare è mostrarsi con le proprie paure, con le proprie insicurezze.

Amare è mostrare due mani che racchiudono una vita piena di fallimenti, con qualche vittoria e dire: ecco, questa sono io.

Beate le persone a cui Amare è venuto facile, saranno persone semplici, io semplice non lo sono mai stata.

Eppure, semplicemente, vorrei amarmi.

Vorrei smettere di essere la sabotatrice di me stessa.

sabato 24 aprile 2010

E' bene far proprie certe frasi



"Un Amore Autentico nasce dall'incontro di due unità e non di due metà"

domenica 31 gennaio 2010

La Smilza ammor' mio.


Quando morì il cane pigro, fu come se il mio cuore si lacerasse. Ebbi proprio la netta impressione che una mano invisibile mi penetrasse il petto e mi strappasse una parte del cuore. Si, non tutto, per il semplice fatto che io continuavo a vivere e respirare, quindi qualche brandello ancora ce l'avevo dentro. All'epoca pochissime persone capirono il mio dolore, solo chi c'era passato, solo chi aveva convissuto con un animale per la maggior parte delle ore che lui era stato su questa terra, per gli altri ero esagerata, un cane resta pur sempre un cane. Oggi vivo con La Smilza, e mi sono ricordata (non perché l'avessi dimenticato, ma semplicemente l'avevo accantonato come ricordo, per sopravvivere ad una perdita) di cosa ti può trasmettere un cane. Non c'è essere che riesce a trasmettere amore incondizionato e costante come un cane. Un Cane non ha mai momenti di nervosismo, non ha mai momenti in cui è troppo impegnato per te, non ha mai momenti in cui si vergogna di dimostrati quanto ti ama. Un cane ti asciuga le lacrime slinguazzandoti il viso e ti fa tornare il buon umore e questo lo sa anche Saramago,infatti nel libro Cecità, tra suoi personaggi più intensi c'è “il cane che asciuga le lacrime”. Un cane quando torni a casa ti fa le feste come se non ti vedesse da giorni e se esce lui, non con te, quando torna, te le fa uguali, come se non ti vedesse da secoli. E' felice di vederti e basta, DEVE dimostrartelo. Un cane attira la tua attenzione in ogni modo, non ci sono mezzi termini, non ci sono atteggiamenti ambigui... lui te lo fa capire subito! Ti porta un gioco, ti mette una zampa sulla spalla, ti mangiucchia la penna con cui stai scrivendo... è il suo momento e tu DEVI dargli retta, perché ti vuole mostrare la sua gioia di stare con te, ti vuole dimostrare il suo affetto e vuole che anche tu, stupido umano, ti renda conto che è venuto il momento di farlo, di dare attenzione agli affetti, perché la vita è sfuggevole e non ti riscalderanno, domani, i rimpianti ed i se. Un cane è il mio memento per non perdermi nulla di quello che la vita mi regala.