lunedì 28 luglio 2008

Una notte più lunga

Da bambina non volevo mai andare a dormire.
Anche se crollavo dal sonno, trovavo mille scuse per restare sveglia.
Andare a dormire mi metteva tristezza, un giorno si concludeva ed io non ne avevo voglia.
Come tutti i bambini non avevo la percezione del domani.
Il “domani” era sempre un qualcosa di lontanissimo.
Avevo la percezione solo di un “adesso”. Tutto quello che esulava da “ora”, per me era lontano e forse irrealizzabile.
Anche da adulta ci sono notti, come questa, in cui non ho voglia di andare a dormire.
Non ho voglia che una giornata, rassicurante, si concluda.
Una notte, questa cosa qua, la dissi ad un ragazzo e parlammo per parecchie ore, sino a quando non ci arrendemmo, abbracciati, alla stanchezza ed al sonno, fu una bella notte.
Quella notte, non volevo dormire perché non mi andava che finisse una cosa bella.
Questa notte, non ho voglia di andare a dormire perché ho paura di domani e di dopo domani e di un futuro a breve.
Ogni giorno che passa, sento più vicino il momento di un distacco doloroso, inevitabile, come lo è il ciclo di una vita che si conclude, ma non per questo più facile da accettare.
Gusto i momenti belli di ogni giorno e per questo vorrei che le giornate durassero di più.
Cerco ogni giorno di essere razionale, di essere serena e pronta, ma porco Dio, non lo sono per nulla, non di notte, non quando sta finendo un giorno e mi attende un altro…

-per questo post, commenti disabilitati-

mercoledì 23 luglio 2008

In un paese di DEFICIENTI

Capita anche questo, nel nostro paese:

La sedia elettrica a un euro
attrazione choc al luna park
Il giostraio: "La gente ne va matta, ho già recuperato l'investimento"


Il gestore di un luna park che ha investito denaro per comprare un gioco del genere, la gente che paga per vedere lo spettacolo, genitori che lo mostrano ai figlioletti, scherzandoci sopra, non sono persone “solo” insensibili, dato che tutt’oggi c’è gente che ancora ci muore sulla sedia elettrica (l’ultima esecuzione, in USA, risale al 20 Giugno 2008… un mese fa! L’uomo si chiamava James Earl Reed), per me sono proprio DEFICIENTI.
Non riesco a spiegarmi, razionalmente, un altro motivo per spendere un euro e vedere una cosa del genere.
Non riesco proprio a spiegarmi, emotivamente, le risate che si sentono in questo video.





Sarà anche solo una simulazione, ma nel vederla mi è venuto un senso di angoscia. Come è possibile che la gente lo prenda per un gioco?
Abito in un paese di DEFICIENTI, non c’è altra spiegazione, ne prendo tristemente atto.




domenica 20 luglio 2008

Campania, linda e pinta?

«Napoli in 58 giorni è tornata in Occidente», queste le parole del presidente del consiglio Silvio Berlusconi al termine del secondo Consiglio dei ministri tenuto a Napoli per annunciare la fine dell'emergenza rifiuti e il mantenimento dell'impegno assunto in campagna elettorale. La domanda che molti si sono posti in queste ore è se queste affermazioni rispondono al vero, se effettivamente è riuscito a sconfiggere un'emergenza che dura da 14 anni e mezzo o se non si tratti invece di una grande operazione di immagine.
Per poter rispondere a questa domanda bisogna intendersi su che cosa è l'emergenza. Se intendiamo solo i rifiuti per le strade, allora possiamo dire che la città di Napoli e gran parte della Regione Campania in queste ore sono liberate dagli indecenti cumuli di immondizia. Ci sono ancora molti comuni della provincia di Napoli e Caserta che presentano delle criticità, ma sono ben lontani dalla situazione di qualche settimana fa. Resta invece del tutto irrisolta l'emergenza legata al deficit strutturale di impiantistica, di pianificazione di interventi tendenti alla riduzione delle quantità di rifiuti. Le misure previste dal governo sono del tutto inadeguate e preoccupanti.
Ma dove sono finiti i rifiuti? I rifiuti giacenti per le strade (circa 30000 tonnellate) sono stati trasferiti in molti siti di stoccaggio temporaneo (probabilmente anche in aree militari) in Germania e in alcune regioni del nord che con il cambio del governo hanno dato la solidarietà negata al precedente esecutivo. Un'altra parte è finita nelle discariche previste nel decreto del maggio 2007 dal governo Prodi e realizzate dal prefetto De Gennaro: Savignano Irpino, S.Arcangelo Trimonte, Serre e Ferrandelle. I rifiuti prodotti quotidianamente (7200 tonnellate) prendono la strada degli impianti di CdR, quelli che dovrebbero dare un combustile per gli inceneritori ma che in realtà continuano a produrre le famose "ecoballe" - depositate in aree di stoccaggio rappresentano un fattore di inquinamento delle terre campane (vale la pena ricordare che attualmente sono stoccate oltre 6 milioni di tonnellate di ecoballe).
Dalla prima grande emergenza del 2001, si sono alternati periodi in cui tutto sembrava "normale" a periodi con città invase dai rifiuti. Ad ogni emergenza si sono susseguite scelte quasi sempre dolorose per le comunità locali e che hanno favorito interessi particolari o delle organizzazioni criminali. Qualche esempio. Emergenza 2001: si fa un gran favore alla Fibe-Impregilo che viene autorizzata a stoccare le "ecoballe" in Campania, con aggravi ambientali e di costi per la collettività, mentre le avrebbe dovute smaltire a proprie spese. Emergenza 2004: termina "miracolosamente" con l'apertura del cantiere dell'inceneritore di Acerra, viene usata la forza. Emergenza 2007: viene aperta la discarica di Serre e viene ampliata la Taverna del Re a Giugliano. Questa volta non è andata meglio: l'emergenza si chiude con il rilancio della politica degli inceneritori, la previsione di discariche in aree protette (Terzigno all'interno del Parco del Vesuvio), l'uso dei militari a presidio degli aree interessate e il bavaglio alla magistratura con l'istituzione della superprocura.
Dal punto di vista strettamente tecnico non c'è nulla di nuovo rispetto al passato. Si continua con la stessa logica che ha ispirato il vecchio piano. Quel piano ha fallito: si basava su due inceneritori, 7 impianti di CdR e le discariche di supporto
Il problema è politico. E c'è da essere molto preoccupati per le conseguenze che le scelte di Berlusconi avranno nei prossimi anni, non solo in Campania, ma in tutto il Paese rispetto alle questioni ambientali. Il modello Campania fatto di violazione sistematica delle normative nazionali ed europee in tema di partecipazione democratica e di salvaguardia ambientale, la risposta esclusivamente industrialista al tema dei rifiuti e quindi inceneritori ovunque (ben 4 in Campania) è un modello da esportare in tutte le altri Regioni, reinserendo il contributo Cip6 (previsto per le fonti rinnovabili) a tutti gli inceneritori.
La preoccupazione nasce dalla constatazione che su questa linea c'è un'ampia convergenza in Parlamento con il Pd, mentre non è ancora matura una opposizione di merito nel Paese. Ma quello che desta maggiore imbarazzo è l'assoluta condivisione delle scelte del governo da parte delle istituzioni locali. Il presidente Bassolino, pur di sopravvivere, plaude all'iniziativa del governo riconoscendogli una maggiore capacità di dialogo rispetto a Prodi (dimenticando che dal 2001 a 2006 avevano già governato insieme contribuendo notevolmente al disastro), si compiace della scomparsa della sinistra dal Parlamento e ritiene indispensabile l'uso della forza per imporre le decisioni.
In questo contesto di grande consociativismo è indispensabile una corretta campagna di informazione e controinformazione per tentare di aprire uno squarcio nella coltre fittissima che si è creata attorno alle iniziative del governo. L'esasperazione dei napoletani ha prodotto l'effetto di accettare qualsiasi cosa pur di non avere più i rifiuti per strada. Ma è proprio da qui che si deve ripartire per recuperare quel rapporto di fiducia con i cittadini che si è completamente lacerato. Si deve ripartire dall'informazione, quell'informazione che viene negata. Dovremmo andare oltre le apparenze, le città pulite, e seguire i rifiuti. Vedere e raccontare dove sono stati stoccati, come vengono trattati, quali imprese lavorano. Un inchiesta che potrebbe aiutare a ricostruire la verità storica di uno dei più grandi scandali nazionali.

di Tommaso Sodano
(fonte Liberazione.it)

Ecco, appunto, è proprio questa convergenza della Destra e del PD ad essere preoccupante.
E' un Bassolino che plaude l'iniziativa del governo, rimanendo incollato alla sua poltrona, che mi fa SCHIFO.
Siamo troppo abituati, noi napoletani, a vedere le emergenze rifiuti che vanno e vengono, a vedere il marciume, momenaneamente, nascosto sotto il "tappeto di casa".
Attendiamo ancora risoluzioni SERIE e DURATURE.

lunedì 14 luglio 2008

Roba che succede in un week end surreale

Guardando il Golfo:

“Bello eh? Se non c’è foschia si vedono anche le Isole.”
“Ah si? E dove?”
“Là, guarda!”
“Le ISOLE??”
“Si certo, perché? Non ci credi che si vedono?”
“Si, certo, ma il mare è dall’altra parte!”
“Uh… C’hai ragione! Merda, allora là non possono essere le isole!”
“Figa, ho come guida turistica, una che non sa nemmeno da che parte sta il mare! Si vedono le ISOLE… sono messo proprio bene!!!”


Attraversamenti pedonali:

“Figa, ma come attraversi la strada? In curva?! Ti prego, possiamo attraversare almeno sulle strisce pedonali?!!”


Scritte sui muri:

(Passando davanti alla Galleria Umberto I)
“Che pirla questo qua! E gli dedicano anche una galleria…roba da matti! Ecco, meno male che qualcuno se n’è accorto!”
“In che senso, scusa?”
“Leggi là…”
e guardando sul muro davanti alla Galleria Umberto I leggo:
- Gaetano Bresci, uno di noi -


Al Bar:

"Dai su, tieni la bolletta che chiediamo il caffè."
"Cos'è che devo tenere?!"
"La bolletta... che c'è? Che hai da guardarmi?"
"La Bolletta?? Figa, tu paghi la luce al bar, e con lo SCONTRINO ordini il caffè alla posta?!!"
"Uuuhhh, e quanto sei nordico! Ordina sto caffè, iamm'!"


Convivenze domestiche:

“Ma cos’è sta puzza? Viene da sotto il letto!”
“E sì, è il cane di mio fratello, s’è messo a dormire lì, ha la dermatite poverino.”
“Oddio, morirò soffocato nel sonno…”
“Tranquillo, ora arriva il cane PIGRO e lo caccia, perché quello è il suo posto per dormire.”
Infatti, tempo due minuti, ed arriva il cane PIGRO.
“Ah bravo Fox, meno male che ci sei te! Oddio, adesso morirò nel sonno per iperventilazione, senti come respira questo qua! Lo so, sincronizzerò mentre dormo il mio respiro con il suo… Dio che STRESS!”
“Dormi, nun ce penzà…”


I Boss di quartiere:

“Sentili, chissà che hanno da abbaiare fuori al balcone, non c’è nessun rumore… Con chi ce l’hanno?”
“Discorsi tra cani, difendono il territorio.”
“Ma da chi, che sono solo loro!!!”
“Appunto, fanno sentire che esistono e che sorvegliano…”
“Il piccoletto è simpatico però, si vede che è intimorito dal cane PIGRO, ma lo stima, lo vede FIGO, penserà: - Ma come è tosto questo qua! Lui si che sa tutto della vita, adesso lo imito! -”

giovedì 10 luglio 2008

Ho un Grillo per capello!

Ecco, io mi sarei stancata degli atteggiamenti manipolatori che ci sono in giro.
Un Grillo, che ogni tanto sale sul palco e spara a zero, proclamandosi portatore del Verbo, con il risultato che sbraita, insulta, agita gli animi, gode come un matto (beato lui) e poi non fa un tubo.
Un Di Pietro che cavalca la scia dell’opposizione, perché un’opposizione reale non c’è al governo, ed allora lui si oppone ad oltranza, manco stesse ancora in un’aula di tribunale. Peccato che poi, da pagnottaro qual è, muta la faccia appena ha qualche strigliata e si rende conto di “averla fatta grossa” (per esempio quando è salito sul palco ad applaudire a favore di Napolitano, attaccato da Grillo).
Un Veltroni che si ostina a definirsi come il portavoce di una “Sinistra riformista”. Ma riformista di che?
Porca miseria la vogliono smettere di far passare il messaggio che SINISTRA è male, che bisogna “riformarla”?!
Si definisca anche lui un pagnottaro, un liberale, o quel che cavolo vuole, ma che la finisca di definirsi appartenente alla SINISTRA.
Allora, m’è venuta in mente questa cosa qui di Gaber:


Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.

Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà, ... La mamma no.

Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre.

Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.

Qualcuno era comunista perché aveva avuto un'educazione troppo cattolica.

Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche: lo esigevano tutti.

Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.

Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.

Qualcuno era comunista perché prima (prima, prima...) era fascista.

Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano... (!)

Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.

Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona...

Qualcuno era comunista perché era ricco, ma amava il popolo...

Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.

Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.

Qualcuno era comunista perché era così affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.

Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l'operaio.

Qualcuno era comunista perché voleva l'aumento di stipendio.

Qualcuno era comunista perché la rivoluzione?... oggi, no. Domani, forse. Ma dopodomani, sicuramente!

Qualcuno era comunista perché... "la borghesia il proletariato la lotta di classe, cazzo!"...

Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.

Qualcuno era comunista perché guardava solo RAI3.

Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.

Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare TUTTO!

Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini...

Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il Vangelo Secondo Lenin.

Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sè la classe operaia.

Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.

Qualcuno era comunista perché c'era il Grande Partito Comunista.

Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il Grande Partito Comunista.

Qualcuno era comunista perché non c'era niente di meglio.

Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggiore partito socialista d'Europa!

Qualcuno era comunista perché lo Stato, peggio che da noi, solo l'Uganda...

Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant'anni di governi democristiani incapaci e mafiosi.

Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l'Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera!...

Qualcuno era comunista perché chi era contro, era comunista!

Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia!

Qualcuno, qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos'altro.

Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.

Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.

Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché sentiva la necessità di una morale diversa.

Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno.
Era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.

Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso: era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana, e dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo, per cambiare veramente la vita.

No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.

E ora?
Anche ora ci si sente in due: da una parte l'uomo inserito, che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana, e dall'altra il gabbiano, senza più neanche l'intenzione del volo. Perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.


Beh, io l’intenzione di VOLO ce l’ho ancora, e questa gentaglia me la fa crescere ogni momento di più.
Il sogno non è rattrappito, oggi più che mai, DEVE ESISTERE per diventare una REALTA’!

mercoledì 9 luglio 2008

Across the universe

Se siete amanti dei Beatles, se vi piacciono i musical, se avete sognato ogni tanto di vivere negli anni ’60 pieni di fermenti politici e ideologici, ecco questo film vedetevelo: Across the universe.
E’ come se fosse un lungo videoclip con bellissimi effetti e con una storia che tocca un po’ i grandi temi di quegli anni: la guerra in Vietnam, le lotte di Martin Luther King, i movimenti pacifisti, la vita nelle comuni.
Un film, nel suo insieme stranissimo, ma che si fa guardare ed ascoltare tutto d’un fiato.
Se poi leggete qua, prima di vederlo, magari trovate delle citazioni che potrebbero sfuggirvi.



martedì 8 luglio 2008

Messaggi al vetriolo

A volte ritornano, e scelgono i periodi peggiori:

“Tanti dolci baci…sei sempre nei miei pensieri!”

“Grazie, tu non più. Buena suerte.”

E’ che tiri, tiri, la corda, poi una si scoccia.
Ho già troppi pesi sulle spalle e nell’anima in questo periodo, via la zavorra inutile.

mercoledì 2 luglio 2008

Ho bisogno dell' attimo



Che maledizione, certe volte, quel fuoco che ti arde dentro, che ti fa precorrere i tempi. Ti fa vivere una situazione in maniera sproporzionata, perché già pensi a cosa potrebbe accadere, nel bene e nel male. Troppo spesso si dimentica il presente, l’attimo. Bisognerebbe spegnere il cervello e vivere in quell’istante che si vive, nell’attimo esatto in cui si presenta come futuro, già diventando passato. E’ quell’istante, infinitesimale, che spesso sfugge. Quante cose cambierebbero se si vivesse solo in quel momento. Le gioie sarebbero più sentite perché totalmente concentrati su di esse, i dolori leniti e le paure passerebbero in fretta. Se almeno riuscissimo a godere di quell’istante che viviamo, nell’istante in cui lo viviamo. “Carpe diem” non significa, solo, non lasciarsi scappare occasioni, significa proprio, a mio parere, assaporare l’attimo, viverlo, in modo che possa durare il giusto tempo: quella pausa tra il passato ed il futuro. E cosa accadrebbe se si riuscisse a coglierlo? Il corpo darebbe nuove sensazioni. Sentiremmo il nostro respiro, il calore che emaniamo, le leggere sensazioni che ci vengono trasmesse e di cui spesso ci dimentichiamo. Abbiamo perso l’abitudine del “qui ed ora”, siamo sempre un passo indietro o un passo avanti. Così mi ritrovo a pensare a mille ipotesi per il cane PIGRO, e certe volte a fasciarmi la testa prima ancora di rompermela. Mi domando quando ho smesso di pensare all’attimo, ma ci sono mai riuscita in vita mia, a vivermelo? Viviamo con la paura di perderlo quell’attimo, e così, in quel momento esatto, già lo stiamo perdendo. In questo momento ho bisogno di attimi.

PS: no fateci caso, il caldo ha fritto i pochi neuroni sani…